sabato 15 ottobre 2011

Tuffo nel passato : i 'Nzuddi

Momento di ricordi. Momento di viaggio nel tempo.
Ottobre va avanti, si spoglia dei suoi giorni, si mostra, si brucia. Si avvicinano così le prime festività. Qui in Sicilia è tempo di profumi forti e sapori decisi. Di balocchi, zuccheri e doni.
Ricordo la mia infanzia. Già in questo periodo cominciava l'attesa, il conto alla rovescia, ci si metteva lì a pregare i genitori affinchè comunicassero ai morti preferenze riguardo quella bambola, o quel rompicapo, la macchina che va a pedali, questo, quello o un altro gioco ancora... Ebbene si... Si attendevano i morti, i morti che si festeggiavano il 2 di Novembre.
Quel giorno i piccoli, i bambini e le bambine, aprivano gli occhi e giravano forsennatamente per casa in cerca dei doni. E prima c'era sempre quella mezza delusione disegnata in viso, perchè erano stati "monelli" ed allora niente, nessun giocattolo per loro. Solo un visino imbronciato. Ma poi i genitori facevano quel mezzo sorrisetto e si scambiavano quel famoso sguardo d'intesa e allora da un armadio, sotto il letto o dal ripostiglio sbucava fuori un pacco, incartato, colorato, il pacco che tanto si era atteso... I bambini venivano accontentati. E fingevano di aver capito la lezione. Promettevano sempre di essere più buoni. Da allora in poi. Ma non era mai così.
Si correva tutti in giardino, o nel cortile vicino casa, ci si radunava sui pianerottoli, tutta la banda di mocciosi al completo e si mettevano in mostra i doni, si giocava fino allo sfinimento. E se una mano e qualche schiamazzo servivano ad intrattenere partite intere, giochi e invenzioni incredibili, l'altra mano teneva stretto sempre qualche dolce. Qualche tipica prelibatezza. I famosi biscotti dei morti. E con quelli si faceva colazione, si concludeva il pranzo e la cena, si appagava la merenda. Per i piccini, ma anche per i grandi. Le case erano piene di vassoi enormi, confezionati e sfornati presto da pasticcerie e biscottifici. Ossi di morti, Totò, Rame di Napoli, 'Nzuddi rappresentavano la vera peculiarità di tale celebrazione. In cui venivano ricordati i morti, si, ma col sorriso, l'augurio e la felicità più grandi. Perchè non vi era tristezza in quei ricordi. Nella morte era vivo il ricordo. Vivo più della vita stessa.
Negli ultimi anni, per quanto tenera sia ancora la mia età, mi accorgo di quanto queste tradizioni si siano perdute. Pochi sono i bambini che ancora conoscono o attendono questa ricorrenza. E' bigotta forse, antiquata. Passata... Che chiedere ai morti? Che ne possono sapere loro di Ipod, Playstation3, Nintendo Wii?!
I dolci invece sono rimasti. Quelli durano. Quelli persistono nella mente e nei palati. Riempiono ancora vetrine e banconi. Straripano dai vassoi. Forse è questa la potenza della cucina, la sua forza. Alimenta la tradizione. E' una testimonianza. Un'impronta. Sbiadita a volte. Ma indelebile.
Ho cercato tanto. Ho trovato delle ricette che si avvicinano in parte a quelle originali. Ho scovato dei sapori simili. E poco per volta, nei ritagli di tempo, voglio sperimentare questa magia. Voglio far rivivere il passato. Ho cominciato dalla preparazione più semplice: I 'Nzuddi.


INGREDIENTI:
400 g di farina 00
250 g di zucchero
50 g di farina di mandorle
1/2 cucchiaino di cannella
2 cucchiaini di lievito ( la ricetta originale prevede un cucchiaino raso di ammoniaca, ma non ne avevo)
mandorle tostate
1 cucchiaio di farina 00
2 cucchiai di zucchero
150 ml circa di acqua tiepida ( dipende dalla consistenza dell'impasto)


PROCEDIMENTO:
Mescolare tutti gli ingredienti secchi insieme in un contenitore grande. Aggiungere poco per volta l'acqua e lavorare fino al raggiungimento di un impasto morbido ed in parte "grezzo". Trasferirlo sul piano di lavoro, formare un lungo salsicciotto e ricavare dei cerchi. Appiattire, adagiare sulla carta da forno, cospargere di farina e zucchero ( precedentemente si saranno mescolati insieme i due cucchiai di zucchero e il cucchiaio di farina) e posizionare su ciascun biscotto una mandorla. Infornare a 180° per 15 minuti. I biscotti restano bianchi e molto morbidi, ma una volta raffreddati acquistano la consistenza giusta.



La DolceMela

1 commento:

  1. Ciao, il tuo racconto mi ha emozionata, delicato e bellissimo, eppure non conoscevo questa usanza dei regali... belle queste tradizioni, spero non vadano perse, meno male almeno in cucina il tempo si ferma e certi sapori non svaniscono. i tuoi biscotti sanno di antico e di buono. Li proverò assolutamente!! Grazie e buona domenica!

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