domenica 30 ottobre 2011

Tortine soffici con chicchi di melagrana

Salutiamo Ottobre e lasciamo il passo a Novembre. Ci si addentra sempre più verso la fine di quest'anno troppo pieno, stancante anche. Il freddo pizzica per piccoli attimi, litigando con un sole capriccioso che arriva, abbraccia e poi va. Si passa dalle maniche corte alle sciarpe. Benvenuti in Sicilia. In questa Sicilia tanto inspiegabile ed imprevedibile.
Oggi non ho voglia di scrivere molto. Ripiego le mie avventure-disavventure in un cantuccio nascosto di me stessa ed aspetto vento nuovo. Figurale e letterale. Mi preparo invece ad un evento tanto atteso, il conto alla rovescia sta quasi per scadere e venerdì, più carica che mai, parteciperò al concerto del mio caro gruppo: i Negramaro. Musica, parole e poesia. Io piangerò, riderò, mi emozionerò. E questo basterà a render unica l'esperienza.
Nell'attesa mi affretto a festeggiare la barbara ed infantile festa di Halloween dei cugini americani e la cara ricorrenza siciliana della festa dei morti con tanto di nipotini e cuginetti a seguito!
Per ora, nel più immediato presente, allevio il tedio di un pomeriggio noioso di studio con una ricettina facile, delicata, particolare, colorata ed autunnale: Tortine con chicchi di melagrana.


Prima di passare ad ingredienti e preparazione, sovviene alla mia mente il ricordo di una lettura estiva, graziosa, riflessiva, meditativa, introspettiva... Come me a volte.
Si tratta de "Il viaggio con le melagrane" di Sue Monk Kidd ed Ann Kidd Taylor. A pagina 17 si leggono le seguenti righe:

" Persefone, la fanciulla, sta raccogliendo dei fiori in un prato, quando si apre una voragine nella terra e Ade, il signore dei morti, balza fuori all'attacco, la rapisce e la porta con sè nell'oltretomba. Non trovando la figlia, Demetra, importante divinità terrestre del grano, del raccolto e della fertilità, accende una fiaccola e perlustra tutta la terra. Dopo nove giorni di vane ricerche Ecate, nel suo aspetto di anziana, vecchia strega fatta persona, dea dei crocicchi e della luna nera, si avvicina e le spiega che sua figlia è stata rapita. Infuriata, e troppo abbattuta per assolvere il suo compito divino, Demetra fa seccare i raccolti e la terra si trasforma in una landa desolata. Camuffata da vecchia, Demetra viaggia fino alla città di Eleusi, e lì si siede a fianco di un pozzo in preda alla disperazione. Zeus cerca di farla ragionare. "Ade sarà un buon genero" le dice. Ora deve rasserenarsi e far crescere i raccolti, ma Demetra non cede. La terra ormai è così desolata che Zeus decide di arrendersi e ordina che Persefone torni da sua madre. Quando la fanciulla si accinge a partire, inghiotte senza volerlo dei semi di melagrana, che sanciscono il suo ritorno nell'oltretomba per un terzo di ogni anno a venire. Madre e figlia si ritrovano il primo giorno di primavera. E' interessante notare che in quell'occasione compare anche Ecate. Il mito narra che, da allora in avanti, la dea precede e segue Persefone ovunque vada. Quando Demetra scopre della fatale melagrana, la sua gioia si smorza, ma interrompe comunque il lutto consentendo alla terra di fiorire di nuovo. Dopotutto sua figlia  è tornata. Non è più la ragazzina innocente che saltellava sul prato raccogliendo fiori, ma una donna trasformata dall'esperienza."

Le melagrane diventano la metafora di un viaggio. Un viaggio che si muove intorno alla Grecia, Francia, America, Turchia, che fa della terra una protagonista e del suo modo di cambiare ed entrare dentro l'anima dell'individuo, mediante sensazioni, intuizioni, profumi e suoni, la forza più grande per plasmare l'uomo, o la donna nel caso specifico.
La melagrana diventa metafora. Diventa vita. Scoperta. Diventa slancio.
Una donna che ritrova la figlia, troppo silenziosa e malinconica, e la ritrova già adulta, con le sue aspettative, le sue preoccupazioni, le cicatrici, i conti in sospeso, i progetti e le ansie per il futuro. L'amore. La carriera. Il passato. Il confronto quotidiano.
E' anche una donna che ritrova se stessa. Insieme e dentro la figlia. La rivede in lei. Ma c'è un senso ben più sottile. Un senso che intercorre l'anima, il significato primigenio del termine donna, del mistero che intercorre tra l'essenza e l'apparenza. La vera donna, la pace della maturità, la ricerca della Grande Madre e della Grande Terra.
Tutto questo filtrato dall'immagine reale di questo frutto. Un frutto che attraversa la mitologia passata, intercorre nelle vite delle protagoniste e le accompagna. Fedele. Come un ciondolo portato al collo. Un amuleto. Una protezione ed uno slancio vitalico insieme.
Questo è il libro. Questo è la melagrana. Con i suoi chicchi. Col colore spregiudicato, abbondante, AUTENTICO. Sembrano gemme preziose. Di un tesoro, forse, difficile da comprendere, in cui taratura e valuta non c'entrano nulla.


INGREDIENTI:
160 g di farina 00
160 g di fecola di patate
2 uova
250 ml di latte
180 g di zucchero
3 cucchiai di olio
1 bustina di lievito
I chicchi di una melagrana grande


PROCEDIMETO:
Montare le uova e lo zucchero con le fruste elettriche fino ad avere un composto bello spumoso. Incorporare il latte ed i tre cucchiai d'olio ed in seguito il composto solido (farina setacciata insieme alla fecola e al lievito). Amalgamare il composto ed evitare la formazione di grumi. Imburrare ed infornare una teglia per tortine (io ho usato quella di silicone, quindi ho evitato questo passaggio). Cuocere nel forno preriscaldato a 180° per 20-25 minuti.



La DolceMela

domenica 23 ottobre 2011

Odore di spezie... tra una lezione e l'altra

Avevo perso l'abitudine. Non ricordavo più la Melania impegnata, attiva, quella che in fondo si dedica solo a se stessa ed alle sue priorità. Ed eccomi qui. Ho trascurato anche il mio amato blog. Ma gli impegni sono gli impegni... E per una persona precisina precisina come me sono legge, obblighi quasi. Mi immergo in questo mondo nuovo, sconosciuto, in silenzio ed in punta di piedi. Assaporo ogni saluto senza nome, volto non familiare, voce da imparare, rapporto da instaurare. Allontano la reticenza, la diffidenza. Abbatto, con poca intenzionalità in fondo perchè è anche bello così e conquistare ogni rapporto umano passo per passo, il muro che mi separa dagli "sconosciuti" e potenziali nuova conoscenza, amicizia, rapporto.
Chiusa in una assoluta apatia nei confronti di quelle persone che appartengono al passato ed alla mia "precedente vita", a braccia aperte e ben volenterosa mi accingo a scalare questa nuova montagna. Partendo da valle.
Le lezioni assorbono parte del mio tempo, prima vuoto, mi danno una ragione per sentir suonare la sveglia presto la mattina. E così come le ore passate a sottolineare nozioni già sentite o concetti sconosciuti, distinguendo colori per importanza, funzione. Come la vita del resto: un continuo separare, evidenziare, capire, cestinare, scegliere. Fissare in mente. Archiviare come superfluo.
Ci sono poi compagni di viaggio che nonostante il cambiamento di rotta restano accanto a me. A mandare avanti la nave. Sù l'albero maestro, ammainiamo le vele. Marinaio, caliamo la scialuppa che qui affonda tutto! Capitano, beviamoci su un bel goccetto!
Ed a loro, rivolgo un sorriso, il più tenero, puro e sincero.
Tra tutto questo caos ed alternarsi di vecchio e nuovo, conosciuto ed imprevisto, non trascuro di certo la mia cucina, le mie teglie, la farina, lo zucchero, il sale e le spezie. Accumulo foto e racconti da dover postare, cercando il modo migliore per raccontare dei sapori, i miei. Ed il tempo necessario.
Sfruttando a meglio il tempo calmo di una notte offerta dal capriccioso Ottobre, ho sfornato dei muffins (sai che novità!) deliziosi per un pranzo con l'allegra combriccola. Sono stati apprezzati. Ed anche se così non fosse stato, il loro profumo sarebbe bastato abbondantemente a soddisfarmi.
I miei piccini....
MUFFINS SPEZIE ED UVETTA!


INGREDIENTI:
220 g di farina 00
2 uova
125 g di yogurt (bianco o come nel mio caso vaniglia e zenzero della Vitasnella)
120 g di zucchero
1/2 vasetto di olio di semi
2 cucchiaini di lievito
100 g di uvetta
1/2 cucchiaino di zenzero
1/2 di noce moscata
1/2 di cannella


PROCEDIMENTO:
Due contenitori: in uno miscelare con una frusta a mano tutti gli ingredienti liquidi, nell'altro i solidi. Unire i solidi ai liquidi e lavorare pochissimo. Appena sarà amalgamato, riempire i pirottini, sistemati nell'apposito stampo, per circa i 2/3 e cuocere a 180° per 25 minuti nel forno già caldo.


La DolceMela

sabato 15 ottobre 2011

Tuffo nel passato : i 'Nzuddi

Momento di ricordi. Momento di viaggio nel tempo.
Ottobre va avanti, si spoglia dei suoi giorni, si mostra, si brucia. Si avvicinano così le prime festività. Qui in Sicilia è tempo di profumi forti e sapori decisi. Di balocchi, zuccheri e doni.
Ricordo la mia infanzia. Già in questo periodo cominciava l'attesa, il conto alla rovescia, ci si metteva lì a pregare i genitori affinchè comunicassero ai morti preferenze riguardo quella bambola, o quel rompicapo, la macchina che va a pedali, questo, quello o un altro gioco ancora... Ebbene si... Si attendevano i morti, i morti che si festeggiavano il 2 di Novembre.
Quel giorno i piccoli, i bambini e le bambine, aprivano gli occhi e giravano forsennatamente per casa in cerca dei doni. E prima c'era sempre quella mezza delusione disegnata in viso, perchè erano stati "monelli" ed allora niente, nessun giocattolo per loro. Solo un visino imbronciato. Ma poi i genitori facevano quel mezzo sorrisetto e si scambiavano quel famoso sguardo d'intesa e allora da un armadio, sotto il letto o dal ripostiglio sbucava fuori un pacco, incartato, colorato, il pacco che tanto si era atteso... I bambini venivano accontentati. E fingevano di aver capito la lezione. Promettevano sempre di essere più buoni. Da allora in poi. Ma non era mai così.
Si correva tutti in giardino, o nel cortile vicino casa, ci si radunava sui pianerottoli, tutta la banda di mocciosi al completo e si mettevano in mostra i doni, si giocava fino allo sfinimento. E se una mano e qualche schiamazzo servivano ad intrattenere partite intere, giochi e invenzioni incredibili, l'altra mano teneva stretto sempre qualche dolce. Qualche tipica prelibatezza. I famosi biscotti dei morti. E con quelli si faceva colazione, si concludeva il pranzo e la cena, si appagava la merenda. Per i piccini, ma anche per i grandi. Le case erano piene di vassoi enormi, confezionati e sfornati presto da pasticcerie e biscottifici. Ossi di morti, Totò, Rame di Napoli, 'Nzuddi rappresentavano la vera peculiarità di tale celebrazione. In cui venivano ricordati i morti, si, ma col sorriso, l'augurio e la felicità più grandi. Perchè non vi era tristezza in quei ricordi. Nella morte era vivo il ricordo. Vivo più della vita stessa.
Negli ultimi anni, per quanto tenera sia ancora la mia età, mi accorgo di quanto queste tradizioni si siano perdute. Pochi sono i bambini che ancora conoscono o attendono questa ricorrenza. E' bigotta forse, antiquata. Passata... Che chiedere ai morti? Che ne possono sapere loro di Ipod, Playstation3, Nintendo Wii?!
I dolci invece sono rimasti. Quelli durano. Quelli persistono nella mente e nei palati. Riempiono ancora vetrine e banconi. Straripano dai vassoi. Forse è questa la potenza della cucina, la sua forza. Alimenta la tradizione. E' una testimonianza. Un'impronta. Sbiadita a volte. Ma indelebile.
Ho cercato tanto. Ho trovato delle ricette che si avvicinano in parte a quelle originali. Ho scovato dei sapori simili. E poco per volta, nei ritagli di tempo, voglio sperimentare questa magia. Voglio far rivivere il passato. Ho cominciato dalla preparazione più semplice: I 'Nzuddi.


INGREDIENTI:
400 g di farina 00
250 g di zucchero
50 g di farina di mandorle
1/2 cucchiaino di cannella
2 cucchiaini di lievito ( la ricetta originale prevede un cucchiaino raso di ammoniaca, ma non ne avevo)
mandorle tostate
1 cucchiaio di farina 00
2 cucchiai di zucchero
150 ml circa di acqua tiepida ( dipende dalla consistenza dell'impasto)


PROCEDIMENTO:
Mescolare tutti gli ingredienti secchi insieme in un contenitore grande. Aggiungere poco per volta l'acqua e lavorare fino al raggiungimento di un impasto morbido ed in parte "grezzo". Trasferirlo sul piano di lavoro, formare un lungo salsicciotto e ricavare dei cerchi. Appiattire, adagiare sulla carta da forno, cospargere di farina e zucchero ( precedentemente si saranno mescolati insieme i due cucchiai di zucchero e il cucchiaio di farina) e posizionare su ciascun biscotto una mandorla. Infornare a 180° per 15 minuti. I biscotti restano bianchi e molto morbidi, ma una volta raffreddati acquistano la consistenza giusta.



La DolceMela

mercoledì 12 ottobre 2011

Sveglia presto, corsa all'università e muffins al caffè!

Finalmente è cominciata! Finalmente ho varcato questa soglia. Mi sono catapultata in questa nuova dimensione, in questo nuovo mondo in cui, sono sicura, dovrò faricare, forse soffrire, ma in cui spiccherò il volo, le mie ali si spiegherammo, lasciando a terra pesi inutili, passato e sciocchezze. Tutte quellle insulse banalità che per troppo tempo hanno riempito la mia mente.
Stamattina mi sono alzata prestissimo. Non sapevo cosa mettere, come comportarmi, dove andare e cosa mi aspettava. Vestita con cura ma estrema semplicità, dopo una colazione abbondante ed un profondo respirò sono andata incontro a questo nuovo percorso, a quest'incognita che poco per volta si svelerà. Mi sento più leggera. Mi sento carica. Pronta. Bisognosa di questa "botta di vita". Troppa stasi, troppo vecchio. E si sa... ciò che è vecchio e non va più va buttato a gran forza e vigore dalla finestra più alta della propria esistenza. E questa è la mia intenzione primaria.
Ho una lista infinita di libri da acquistare, faccio confusione con materie e crediti e mi gira la testa al sol pensiero della grande faticata che mi aspetta. Ma sono felice. E soprattutto: pronta.
In occasione del grande cambiamento, ieri ho preparato questi muffins, per dar carica alle mattine che mi aspettano, per svegliarmi con il loro profumo ed animarmi con l'aroma forte. E stamattina ci sono riusciti perfettamente! Certo, non hanno di certo evitato alla sottoscritta una delle sue solite papere! Avrò perso circa mezz'ora a cercare l'aula giusta in giro per quel labirinto che è l'università per rendermi conto, solo alla fine e dopo suggerite indicazioni, che l'aula in questione era la prima, proprio accanto all'ingresso e proprio dove si accalcava una folla immane di matricole!
In effetti, potevo anche farmi un caffè rapido, ma nervosa come sono di mio, meglio non esagerare con la caffeina... e poi ogni occasione è buona per pasticciare in cucina e per beneficiare poi dei suoi risultati!
Questi sono semplici semplici da preparare. Ed ancora di più da far sparire subito!


INGREDIENTI:
2 uova
10 cucchiai di zucchero
14 cucchiai colmi di farina
2 tazzine di caffè ristretto
1 bicchiere di latte
1/2 bicchiere di olio di semi
1/2 bustina di lievito per dolci
1 cucchiaino di bicarbonato


PROCEDIMENTO:
Sbattere le uova con lo zucchero molto energicamente, fino ad ottenere un composto spumoso. Aggiungere la farina mescolando dal basso verso l'alto. Incorporare l'olio ed il caffè ed infine il latte in cui si è sciolto il lievito ed il bicarbonato. Sistemare i pirottini nello stampo, riempirli per i 2/3 e cuocere per 30 minuti nel forno preriscaldato.



La DolceMela

martedì 11 ottobre 2011

Muffins cioccolato, arancia e cannella

Sono stati giorni che han lasciato il segno, canta una famosa voce italiana. Ed è davvero così. Si corre, si vive, si incontra, si ride, si piange... perchè no! La mente va lontana in cerca di risposte che solo la vita potrà dare, solo lei riesce a risolvere certe insolite incognite che tanto assillano. Mi ritrovo a nascondere bene ogni debolezza, a mostrare la faccia migliore della mia medaglia, quella di oro e diamanti, quella che brilla, abbaglia ogni cosa. Ma tutto il resto è dentro, celato, invisibile all'occhio umano. Le mie debolezze si perdono tra vanità. La forza, del marmo e della statua, solo quella è in mostra. Rara. Dura.
Andiamo a ritroso per raccontare la ricetta di oggi...
Domenica ho battezzato il mio bel mostricciattolo! Cristina. La figlia di mio fratello. Ed è stata un'emozione forte, di quelle che lasciano il segno. Che ti donano un ricordo ed un brivido. Tra corse, preparativi, complimenti, inaspettati gesti ( ... ) , conoscenze nuove, ho vissuto una giornata piena. Stracolma. E per chi non riuscisse proprio a tenere a bada la curiosità, ecco una foto di quel giorno...


Dopo anni ho fatto anche un prelievo, venerdì mattina, ed è stata questa la scusa adatta per sfornare dei piccoli tesori. Mi sono messa lì d'impegno in cerca di una ricetta delicata ma evidente, buona. Doveva essere un dono, per una cara amica, che mi è stata vicina in un'azione tanto banale ma per me, fifona, equivalente ad una tragica fatica. Dopo, missione ormai compiuta, il profumo dei muffins si è sprigionato per tutta la cucina e via... Verso la ricompensa dello shopping consolatorio.
In tutto, seri o stupidi che siano i problemi, avere accanto un'amica cambia ogni cosa. Cambia il modo di agire, di incassare il colpo o riscuotere la ricompensa. Grazie, a lei e all'amicizia...
E allora che Muffins siano. Ma al cioccolato, arancia e cannella.


INGREDIENTI:
225 g di farina 00
150 g di zucchero
100 g di burro morbido
1 uovo
1/2 bustina lievito ( o 1 cucchiaino di lievito ed uno di bicarbonato)
1 cucchiaio di limoncello, grappa o altro liquore
1/2 bicchiere di latte
La scorza di un'arancia
Il succo di mezza arancia

Io ho dimezzato la ricetta originaria, con questa vengono nove muffins grandi.


PROCEDIMENTO:
Preparare due contenitori: nel primo miscelare tutti gli ingredienti solidi, nell'altro tutti i liquidi, utilizzando una frusta di metallo (niente di elettrico, niente mixer o robot da cucina, i muffins si lavorano poco ed in breve tempo). Unire gli ingredienti solido al composto liquido ed amalgare il tutto, due minuti al massimo. Sistemare i pirottini nello stampo e cuocere a 180° per 20 minuti nel forno già caldo.




La DolceMela


sabato 8 ottobre 2011

Torta al Pistacchio 2 , la vendetta !

A Bronte si svolge in questi giorni la 22° Sagra del Pistacchio. Ho tentato in tutti i modi di teletrasportarmi tra tutto quel verde ma è stato proprio impossibile... ahimè! Sono triste. Attendo un nuovo anno. E sguscio pistacchi alla luce della mia familiare cucina. Perchè come si dice... "Se Maometto non va alla montagna, la montagna viene da Maometto". E così è stato! Ho due buste intere di questo prezioso frutto ed un barattolino, custodito a costo della vita, di Pistacchiella, la famosa crema di pistacchi, simile ad un'altra famosa realizzata con le nocciole.
Per far passare gli ultimi giorni di libertà, adesso che sono davvero spensierati ( e spero lo restino per almeno un pò! ) perfeziono la torta al pistacchio di cui ho già dato una prima versione... Questa ha una marcia in più!


INGREDIENTI:
5 uova
250 g di pistacchi tritati (possibilmente di Bronte, hanno una marcia in più!)
100 g di olio di semi
100 g di farina 00
Mezza tazzina di liquore Maraschino o Limoncello
1/2 bustina di lievito.
1 vasetto di Pistacchiella, Crema al pistacchio per la decorazione (Anche la Nutella si abbina perfettamente)
Granella di pistacchio
Un pizzico di sale

PROCEDIMENTO:
Separare i tuorli dagli albumi e montare quest'ultimi a neve ferma. Lavorare i rossi con lo zucchero, l'olio ed il liquore. Aggiungere i pistacchi tritati, poi la farina, il pizzico di sale ed il lievito. L'impasto risulterà molto duro. Poco per volta e molto delicatamente incorporare gli albumi montati. Imburrare, infarinare una teglia o foderare di carta forno e cuocere per 40 minuti a 180°. Se la superficie dovesse colorarsi precocemente coprire con un foglio di carta argentata. Una volta cotta, lasciar raffreddare, estrarre dallo stampo e ricoprire interamente di crema al pistacchio, aiutandosi con una spatola. Infine cospargere di granella al pistacchio e servire.


La DolceMela

giovedì 6 ottobre 2011

Muffins cocco e cioccolato bianco

E' una malattia. E' una brutta malattia. Sono malata. E sono incurabile.
Il mio male si chiama Maffins-mania. Non mi fermo. Non riesco a smettere. Voglio sfornare solo giovani, piccoli e bei muffins. Li profumo, li agghindo, li curo. Li preservo come figli e regalo come gioielli. Impazzirò.
Sono anche arrivata alla conclusione che il distinto Signor IKEA ha commesso un grandissimo errore. Non può ingannare i compratori chiamando "teglia per muffin", uno stampo che poi sforna dolcetti con la forma dei babà! Lunghi, secchi e con il cappello rigonfio. Questi non sono muffins! Sono babbà! Sarebbe stato tanto carino se avesse chiamato la sua teglia, col nome adatto: "teglia per babbà". Olé! E tutti felici! Hahahah ( Sto impazzendo! ).
Io ho rimediato immediatamente, comprando un favoloso stampo in silicone, color giallo accesso.. Anche questo presto finirà sul blog, fotografato. Adesso sono stanca di usare sempre i soliti pirottini con la solita fantasia... Bisogna cambiare, variare!
Ok. Sto esagerando. Annoiando direi.
Per il resto... Il resto... La mia vita va! Mercoledì cominciano i corsi all'università. Ed i miei giorni saranno scanditi, finalmente, da ritmi, scadenze, impegni, appelli, esami, studio, fatica e tante tante papere! Per non smentirsi mai!
I pensieri in testa ci sono. Alcuni sono anche bruttini.. Alcuni mi rubano i sorrisi sulle labbra e mi incupiscono. Altri mi rendono nervosa e mi fanno contare i giorni. Altri mi fanno mandare a quel paese il mondo intero e tutti i suoi abitanti. Altri mi fanno ancora bene. Per fortuna.
Nonostante tutto mi sento forte. Di una forza nuova e strana. Mi sento forte perchè avverto la linfa vitale dei sentimenti delle persone che mi stanno più vicino. Mi nutro di loro. Il resto è come un ricamo marginale in una tovaglia arricchita di colori e vivande, pizzi e vanità.
Su quella tavola imbandita poniamo anche questi splendidi muffins.


INGREDIENTI:
320 g di farina 00
160 g di zucchero
100 g di cioccolato bianco
160 g di burro morbido
60 g di farina di cocco
2 uova
1/2 bustina lievito
1 cucchiaino di bicarbonato

PROCEDIMENTO:
Tritare il cioccolato bianco, infarinare e mettere da parte. In una ciotola setacciare tutti gli ingredienti solidi. In un'altra invece lavorare tutti i liquidi. Unire i due composti e lavorare a mano con una frusta il tutto. Aggiungere il cioccolato e mescolare. Disporre i pirottini nella teglia e riempirli per circa i 2/3. Infornare nel forno già caldo e cuocere per 20 minuti circa a 180°. 
Attenzione: La preparezione dei muffins è, e deve, essere veloce. Il composto si lavora il meno possibile. Sono richiesti solo il tempo e la manualità necessari affinche tutti gli ingredienti riescano ad amalgamarsi. NO preparazioni lunghe e difficili! 


La DolceMela

domenica 2 ottobre 2011

Risotto ai funghi...e buona guarigione!

Sono stata assente in questi giorni. Tra pensieri, nervosismo e noia, una bella febbre da cavallo ci stava proprio! Ho avuto ed ho ancora un'influenza tosta! Con tanto di svenimento... Evvai!
Però adesso la temperatura è scesa, in me comincia a crescere la speranza che la mia ora effettivamente non sia ancora arrivata. E nonostante non abbia la forza nemmeno per grattuggiare il parmiggiano e la mia pelle ha il colore e la consistenza della pasta fillo, eccomi qui. Oggi ho voluto preparare un risotto, supervisionata dalla mia mammina, che mi ha fatto aggiungere il pomodoro per dare colore, anche se secondo me era perfetto senza!
Non voglio abbattermi, perchè non serve e non sarei io! Non voglio star ferma. Quindi oggi si pasticcia, anche nel pomeriggio, stasera si esce e domani si fanno compere. Io voglio essere attiva. Sempre.
E allora via! Si parte! Si comincia!


INGREDIENTI:
400 g di riso
500 g di funghi champignon
Mezzo bicchiere di vino
1 cipolla
4 cucchiai circa di olio extra vergine d'oliva
3 cucchiai di passata di pomodoro (facoltativa)
Brodo vegetale (io non ho fatto in tempo a prepararlo ed ho usato della semplice acqua)
Peperoncino (facoltativo)
80 g di parmiggiano
100 g di mozzarella (l'ho preferita al burro per la mantecatura)

PROCEDIMENTO:
Tritare la cipolla e soffriggere nell'olio extra vergine d'oliva. Aggiungere i funghi, precedentemente puliti e tagliati. Lasciar cuocere circa 5 minuti, butteranno la loro acqua. Aggiungere il riso, sfumare con il vino bianco e lasciar tostare per un paio di minuti. Aggiungere così i tre cucchiai di salsa di pomodoro ed il brodo o l'acqua e lasciar cuocere. Salare. Tagliare a tocchetti la mozzarella ed a cottura ultimata aggiungere al riso insieme al parmiggiano ed a un pizzico di peperoncino. Lasciar mantecare bene e servire.

La DolceMela

mercoledì 28 settembre 2011

Rotolo al limone

Ennesimo compleanno in famiglia. Serve un dolce. Serve proprio un dolce.
Così mi cimento per la prima volta nella preparazione del Pan di Spagna. Un'operazione che ha richiesto una bella dose di tempo e pazienza, ma il risultato mi ha ripagato in pieno! Non avevo voglia di fare qualcosa troppo dolce o dal sapore troppo stucchevole. Meglio non rinunciare alle calorie ma avere anche una nota acidula al palato. Cosa c'è di meglio del limone? Del suo odore, sapore e colore inconfondibili?! Nulla!
Bene, allora all'opera!


INGREDIENTI PER IL PAN DI SPAGNA:
4 uova
150 g di zucchero
150 g di farina
1 bustina di vanillina

PROCEDIMENTO:
Montare le uova con lo zucchero finchè il composto non "scrive" (ho impiegato esattamente 28 minuti cronometrati per far triplicare il volume dell'impasto e fargli acquisire il classico colore giallo paglierino e la consistenza gonfia). Setacciare delicatamente la farina e la vanillina ed incorporare con cucchiaio di legno seguendo un movimento lento dal basso verso l'alto. Foderare di carta forno una teglia rettangolare (quella che di solito è in dotazione del forno stesso) e cuocere per dieci minuti a 220°. Disporre su un canovaccio dello zucchero semolato, adagiare il pan di spagna cotto ed arrotolare, per garantire la forma in seguito.

INGREDIENTI PER LA FARCIA:
1 uovo
Il succo di 2 limoni
2 fogli di colla di pesce ( io ho usato quella Paneangeli)
100 g di zucchero
200 ml di panna

PROCEDIMENTO:
Montare la panna perfettamente e mettere in frigorifero. Scaldare in un pentolino il succo dei limoni e lontano dal fuoco far sciogliere la colla di pesce, precedentemente messa a mollo per dieci minuti e strizzata bene. In una ciotola montare l'albume. A parte lavorare il tuorlo con lo zucchero e circa 2 cucchiai di acqua calda. Aggiungere a questo composto la crema di limone e l'albume montato a neve in modo delicato. In seguito unire la panna montata con un movimento lento dal basso verso l'alto.
Farcire il pan di spagna, arrotolare nuovamente e cospargere di zucchero a velo.


La DolceMela

martedì 27 settembre 2011

"Biscotti ca ciciulena" : Le Reginelle

Tanta voglia di biscotti. Tanta voglia di plasmare con le mie mani. Perchè in fondo con i biscotti metti un pò più di te stessa, usi un pò più la fantasia e speri, ogni volta, di trovare la forma perfetta. Il biscotto perfetto.
E come al solito ho pensato bene di provare qualcosa in cui ci sia la mia Sicilia presente, qualcosa che mi ricordi l'infanzia, i giorni di scuola passati, le soste obbligatorie al panificio vicino casa, a comprare i biscotti buoni buoni col sesamo sopra. I "viscotta ca ciciulena", dalle mie parti così li chiamiamo. Meglio conosciuti come Reginelle. Sapore inconfondibile. Consistenza inconfondibile. Ed una dolcezza timida che si risparmia di esplodere in bocca. Un incontro tra il dolce ed il salato. Tra lo zucchero ed il sesamo. Tra bianco e nero.
Ho provato questa ricetta per la prima volta e con pazienza e consapevolezza, tra una sfornata e l'altra ho imparato la cottura giusta, la grandezza giusta, la doratura perfetta. Ho ricevuto in dono un'esperienza. Ho conosciuto dopo essermi scottata, dopo aver sbagliato, dopo aver sudato. La cucina è come la vita. E' come il mio carattere duro, irremovibile e testardo. La cucina è prova e sudore ed errore e fatica. E' anche soddisfazione. Tutto ciò ricorda la quotidianità, i giorni, i mesi, gli anni. L'esistenza in sè.


INGREDIENTI:
500 g di farina 00
150 g di zucchero
150 g di burro, temperatura ambiente
2 uova
1 bustina di lievito
1 bustina di zafferano (sciolta in 1/2 tazzina di latte)
Un pizzico di sale
Sesamo

PREPARAZIONE:
In un contenitore grande formare una fontana di farina ed unire tutti gli ingrendienti e lavorare con le mani. Formare un impasto abbastanza duro e porre a riposare per 2 ore, coperto da un canovaccio e lontano da fonti d'aria. Trascorso tale tempo formare con l'impasto dei salsicciotti, dividere in tozzetti di circa 2 centimetri, dare loro una forma quadrata o rettangolare (in modo approssimativo) e passare nel sesamo. Il segreto per far attaccare i semini senza la necessità di dover spennellare il biscotto con il latte consiste nel lavorare la pasta senza utilizzare farina, nè sulle mani, nè sul piano da lavoro; così il composto resta umido fuori. Adagiare su una teglia con carta da forno e cuocere nella parte media del forno per 10 minuti a 200°, poi a 180° per altri 5-10 minuti.


La DolceMela

lunedì 26 settembre 2011

Treccia di sfoglia, patate e speck

Ci sono quelle sere in cui un pò ci si annoia a cenare sempre con le solite cose... In cui si ha voglia di qualcosa di sfizioso, buono... e diciamolo, anche consistente! Per chi ama poi, come me le torte salate, la pasta brisè, la sfoglia, la pizza, questo tipo di preparazioni sono l'ideale. Semplici, che portano via poco tempo, soddisfano, riempiono il pancino!


INGREDIENTI:
1 rotolo di pasta sfoglia
2 patate di media dimensione
80 g di speck a fette
Parmiggiano
Pepe nero
Olio extravergine d'oliva
1 cipolla molto piccola
1 uovo per spennellare
1 pomodoro
Semi di sesamo per decorare

PREPARAZIONE:
Bollire le patate e lasciar raffreddare. Pelare ed affettare sottilmente. A parte soffriggere in poco olio la cipolla finemente tagliata, aggiungere le patate affettate, il pomodoro tagliato a cubetti per dare colore. Salare e pepare. Lasciar intiepidire. Stendere la pasta sfoglia e disporre al centro di essa le patate, lo speck, una mangiata abbondante di parmiggiano (a me piace che si senta). Col coltello formare tante listarelle con i lati della sfoglia. Ripiegare verso l'interno la parte alta e bassa della pasta ed in seguito le listarelle, intrecciandole. Si forma così una sorta di treccia. Bucherellare con una forchetta, spennellare con l'uovo la superficie, cospargere di semi di sesamo ed infornare per 30 min a 200°. Ottima calda, tiepida ed anche fredda!



La DolceMela

venerdì 23 settembre 2011

Torta ai pistacchi di Bronte

Pistacchi profumati. Pistacchi di Bronte appena ricevuti in dono. Pistacchi verdi. Fieri del loro colore. Pistacchi irriverenti. Pistacchi stupendi.
Nasce così questa torta, adattando la ricetta, presa un pò qui ed un pò lì... Cercando di trovare i sapori vecchi, la consistenza perfetta, il pezzetto di paradiso racchiuso in una fetta.
La aspettavano tutti. La volevano proprio. E' sparita in un attimo. Sicuramente da rifare.
Per noi Siciliano il pistacchio è prezioso come l'oro ed ha il colore degli smeraldi più puri e rari. E' un dono. Un privilegio. Un orgoglio. Un vanto. Perchè è così! I Siciliani si vantano. Sono spavaldi. Sono duri fuori. E morbidi dentro... Come un dolce in fondo... Sotto la glassa, c'è sempre un cuore morbido.
Questa è la mia torta... Una delle più buone fino ad ora fatte.


STORIA:
Il pistacchio (dal greco Pistàkion) è una pianta originaria del bacino Mediterraneo (Persia, Turchia), coltivata per i semi, utilizzati per il consumo diretto, in pasticceria e per aromatizzare gli insaccati di carne.
Non è esagerato dire che è una pianta vecchia tanto quanto il mondo. Era noto e coltivato, infatti, dagli antichi ebrei e già allora ritenuto un frutto prezioso.
Per la prima volta la parola “pistacchio” nell’Antico Testamento, successivamente nella Genesi, (origine-nascita del mondo) capitoli 42/43 versetto 11.
Assieme ad altre piante allora molto apprezzate, il pistacchio è riportato nell’obelisco, monumento celebrativo, fatto innalzare da Assurbanipal I° (re dell’Assiria, attorno al 668-626 a.C.), nella città di Kolach.
Ma era già noto alle popolazioni orientali: Babilonesi, Assiri, Giordani, Greci sin dal III secolo a. C. come pianta dai principi curativi, potente afrodisiaco e come antidoto contro i morsi degli animali velenosi, chiamato secondo alcuni “fostak” o “fostok” e derivante secondo altri dal persiano “fistij”.
Plinio il Vecchio, autore dell’Historia Naturalis, cap. X-XIII, datato attorno al 77 d.C. ci parla di Lucio Vitellio (Pretore o Governatore romano in Siria) il quale attorno al 20-30 dopo Cristo introdusse in Spagna e Italia, a seguito le conquiste romane, la pianta. Sempre in quel periodo le coltivazioni si diffusero in Liguria, Puglia, Campania e Sicilia. Nelle regioni italiche, non trovando la pianta condizioni climatiche favorevoli, bel presto inselvatichì passando da fruttifera a legna usata per usi domestici. Ancora i Romani chiamarono “frastuchera locus” lo spazio, il luogo o posto dove si produceva il pistacchio.
Attorno al 900 D. C. gli Arabi, erano sbarcati in Sicilia e più precisamente a Marsala, ne iniziarono la coltivazione “inestando li salvatichi cò la coltivazione diventano domestichi”, per via di marze.
Di questi ultimi, ancor oggi, nella parlata dialettale conserviamo i termini “frastuca e frastucara” che stanno ad indicare rispettivamente il frutto e la pianta. Termini corrotti derivanti dall’arabo “fristach” e “frastuch”. Naturalmente trattasi di traslitterazione dal momento che il suono della “p” mancando in lingua araba viene reso con la “f” o la “b”. Nel dialetto brontese dei nostri nonni il termine “frastucata” indicava un dolce a base di pistacchio e “frastuchino” il colore verde pistacchio.
Furono gli Arabi, dunque, strappando la Sicilia ai Bizantini, ad incrementare ed a attrezzarsi nella coltivazione del pistacchio che nell'Isola, particolarmente alle pendici dell'Etna, trovò l’habitat naturale per uno sviluppo rigoglioso e peculiare.
Nelle sciare del territorio di Bronte si realizzò uno straordinario connubio tra la pianta ed il terreno lavico che, concimato continuamente dalle ceneri vulcaniche, favorì la produzione di un frutto che dal punto di vista del gusto e dell’aroma, supera come qualità la restante produzione mondiale.
Qui, in un terreno sciaroso e impervio (i "lochi", così sono chiamati ancora i pistacchieti), il contadino brontese ha bonificato e trasformato le colate laviche dell’Etna in un insolito Eden, realizzando il prodigio di una pianta nata dalla roccia per produrre piccoli, saporiti frutti della più pregiata qualità, di un bel colore verde smeraldo, ricercati ed usati in pasticceria e gastronomia per le loro elevate proprietà organolettiche.
Oggi, del vasto territorio brontese (25.000 ettari), sono coltivati a pistacchieti quasi 4.000 ettari di terreno lavico, con limitatissimo strato arabile e con pendenze scoscese ed accidentate, poco sfruttabile per altre colture bizzantine.


INGREDIENTI:
100 g di farina 00
250 g di pistacchi
250 g di zucchero
4 uova
100 di burro fuso
1/2 tazzina di liquore Maraschino o Limoncello
Un pizzico di sale
1/2 bustina di lievito

PROCEDIMENTO:
Sciogliere il burro e lasciar raffreddare. Tritare i pistacchi finemente e tenere da parte. Separare i tuorli dagli albumi e montare a neve ferma quest'ultimi. Lavorare i rossi con lo zucchero, il burro fuso e il liquore, fino ad ottenere un composto spumoso. Incorporare la farina e il sale. Aggiungere i pistacchi tritati e lavorare con un mestolo di legno (il composto risulterà molto asciutto). Incorporare delicatamente di albumi ed aggiungere il lievito. Infornare a 180° per 40 minuti.

La torta può essere farcita di crema di pistacchi ( Fantastica! Ne avevo un barattolo a casa ma ho preferito conservarla per le "grandi occasioni"), oppure ricoperta di Nutella e granella di pistacchi. Io ho voluto presentare la torta nella sua "purezza" e l'ho semplicemente spolverata di zucchero a velo.



La DolceMela

giovedì 22 settembre 2011

Torta di mele e benvenuto Autunno!

Eccolo. E' arrivato. Ha portato la sua dose di novità nella mia piccola vita... Ci si adatta. Come sempre. Si prende il lato migliore di ogni cosa, come sono solita fare.
Sono giorni questi in cui sono terribilmente annoiata. Non riesco a star ferma e vado in cerca di non so cosa... Voglio studiare. Voglio l'inizio delle lezioni all'unuversità. Voglio rincorrere un obiettivo. Avere uno scopo, una meta, un traguardo da raggiungere. Così non va. Non basta.
Per placare i miei tumultuosi spiriti mi sono abbandonata completamente allo shopping, caro alleato di noi femminucce.. E tra tacchi, stivali, maglioni e smalti posso definirmi soddisfatta... A grandi linee! ...Ed in effetti non lo sono mai del tutto! Ma si fa quel che si può.
Saluto l'Autunno, che nella mia amata Sicilia ha portato di nuovo il sole e scacciato via la piaggia. Gli offro un piccolo dono: una torta. La torta di mele. Gustosa. Leggera. Che ha fatto letteralmente impazzire mia sorella. Metà l'ha divorata lei! Adesso ho uno strumento valido con cui poterla ricattare! Ahahah
La ricetta l'ho trovata nel blog di Le Chicche di Chicca ed è tipica del trentino. L'ho provata, l'ho leggermente variata, l'ho mangiata, l'ho apprezzata!



INGREDIENTI:
200 g di farina
100 g di zucchero
140 g di burro
2 uova
2 mele
1 cucchiaino di cannella
2 cucchiaini colmi di lievito
6 cucchiai di latte
1 pizzico di sale



PROCEDIMENTO:
Fondere il burro e lasciarlo intiepidire. Nel frattempo lavorare bene con le fruste elettriche le uova con lo zucchero finchè non diventano una schiuma gonfia e cremosa. Aggiungere il burro ed il latte, in seguito i solidi: farina, cannella, sale ed in fine il lievito. Foderare di carta forno una teglia dal diametro 24-26 centimetri. Adagiare e spalmare bene il composto (sembrerà poco ma la torta poi gonfia e comunque non deve venire molto alta) e disporre a raggiera gli spicchi delle mele, precedentemente pulite e affettate, mentre al centro disporre a cubetti (si formerà così una sorta di fiore). Infornare a 180° per 30-40 minuti. Cinque minuti prima della fine della cottura estrarre la torta e spennellare la superficie con un denso composto di zucchero e latte (o acqua, o marmellata sciolta in poca acqua) . Infornare nuovamente ed una volta cotta lasciar raffreddare. Servire tiepida.




La DolceMela

martedì 20 settembre 2011

I Cocchi di mamma!

Ultimo giorno d'estate. Prime piogge. Settembre si rivela. E da grande nostalgica e romantica quale sono, rispolvero una vecchia ricetta, semplice semplice, ma buona buona!! Per i più piccini (e non) , per una ottima merenda estiva, per chi, come me magari, tornava dal mare, salata, piena di sabbia e con una gran fame!
Ecco come concludere in bellezza. Ecco la ciliegina sulla torta.
Quel giorno, come al solito, le persone a cui più tengo c'erano tutte! Così come la spensieratezza, la leggerezza dell'estate, del dolce far nulla, delle risate.
Ecco una fetta dei miei ricordi. La casa di famiglia piena di "sangue", di parenti, piena di me.
I giorni volavano ed io sentivo solo la voglia di stare insieme, ridere, condividere. In quel modo naturale e silenzioso di trasmettere, valorizzare e dimostrare l'affetto.



INGREDIENTI:
Pasta frolla (io ho utilizzato metà dose, la ricetta la trovate qui )
Nutella
Farina di cocco

PROCEDIMENTO:
Stendere la pasta frolla e ricavare con una formina, o un bicchiere piccolo (come ho fatto io) dei dischetti, alti circa 1/2 centimetro. Infornare a 180° per dieci - quindici minuti circa. Estrarre, lasciar raffreddare qualche momento, spalmare di nutella e cospargere di farina di cocco.

Semplice. Veloce. Godurioso!


La DolceMela

lunedì 19 settembre 2011

Primi muffins al cioccolato...

Comincia a sentirsi Settembre. L'aria cambia. Il sole tramonta prima. Oggi è arrivata anche la prima pioggia, che ha lasciato il suo odore inconfondibile nell'aria. Ed io mi diletto ancora in cucina.
Finalmente mi cimento nella preparazione dei miei primi muffins. Senza la teglia ma con in pirottini, messi doppi per dar sostegno. Ma la teglia l'ho appena comprata, quindi presto so che quella per i muffins diventerà una vera malattia!
Volevo qualcosa di semplice per cominciare. Non volevo pasticciare troppo, anche perchè non ero sicura del risultato. Eppure ce l'ho fatta. Ci sono riuscita... I miei piccini sono nati! ...E già finiti!
Ho utilizzato la ricetta per i Red Velvet cupcakes... Ma non avendo il colorante rosso e del tempo a disposizione per realizzare il frosting (sinceramente non mi sentivo pronta al grande salto, in cucina sono prudente ahahah ! Macchè... ) , ho preparato questi fantastici muffins, ricoperti di nutella, granella di pistacchio e farina di cocco.

INGREDIENTI PER 12 MUFFINS:
200 g di farina 00
150 g di zucchero
1 cucchiaio di cacao
1/2 cucchiaino di sale
140 g di olio di semi
1 uovo
125 g di latticello (125 g di latte e un cucchiaio di succo di limone)
3/4 di bicarbonato
1 cucchiaio di aceto di vino bianco
Nutella, farina di cocco e granella di pistacchio per la decorazione

PROCEDIMENTO:
Preriscaldare il forno a 180° e disporre i pirottini nella teglia.
In un contenitore unire la farina, il cacao ed il sale e mescolare il tutto. A parte in un secondo contenitore lavorare lo zucchero con le fruste elettriche insieme all'olio ed in seguito all'uovo. Al composto risultante aggiungere in tre volte la miscela di farina alternata al latticello. Infine mettere in una tazzina il bicarbonato ed aggiungere il cucchiaio di aceto (si formerà una schiuma bianca, è normale!) ed aggiungere all'impasto. Riempire così i pirottini per i 2/3 ed infornare per 20 minuti.
Una volta cotti, fare la prova dello stuzzicadenti. Lasciar raffreddare per dieci minuti. Cospargere di nutella e a piacere di granella di pistacchio o farina di cocco.



La DolceMela

sabato 17 settembre 2011

Pasta al forno

Metà mattina. Sabato. Torno a casa. Casa vuota. Frigo pieno. Voglia di cucinare.
Spalanco le finestre. Permetto a quell'esile filo d'aria di penetrare nella mia cucina. Ed alla luce di investirla in pieno.
Ho voglia di preparare il pranzo. Per la mia famiglia. Per mia mamma, che ha già la sua buona dose di preoccupazioni. E forse così posso renderla felice, alleggerirle la giornata e riempirmi di qualche bel complimentuccio che non guasta mai!
Per la gioia di tutti, mamma papà e sorella, mi metto all'opera!
Ed è bello sentir rincasare il proprio padre, con un sorriso sulle labbra, ha riconosciuto l'odore del sugo di sua figlia, della sua pasta. Del resto dopo l'estate, ahimè o per fortuna, si riprendono i ritmi dei lunghi nove mesi che separano dalla bella stagione. In quel lasso di tempo di durata non indifferente, mamma lavora e il timone di questa barca tocca a me. Sono io che navigo a vele spiegate sui tempestosi mari dell'alimentazione.
E così via. Prepariamo qualcosa di tosto! Di forte! Di terribilmente buono!
E allora si... Soffritto, carne, piselli e sugo. Pasta, formaggio e melanzane fritte! Ecco la pasta al forno, timballo di pasta per molti... Per me, un tipico piatto della tradizione siciliana!



INGREDIENTI PER 6 PERSONE
400 g di penne rigate
1 barattolo di concentrato di pomodoro da 210 g ( Io ho usato Mutti)
300 g di carne tritata di manzo
1 scalogno
150 g di piselli (vanno bene quelli surgelati)
1/2 bicchiere di vino bianco
100 g di Parmiggiano (io vado ad occhio! Dosare secondo i gusti personali)
Galbanino
Sottilette
1 melanzana piccola
Olio d'oliva extravergine
Olio di semi (per la frittura delle melanzane)

PREPARAZIONE:
In una padella scaldare l'olio di semi e friggere le melanzane tagliate a fette, dopo essere state messe a mollo in acqua salata e strizzate bene. Lasciar asciugare l'olio in eccesso e raffreddare.
A parte in una pentola soffriggere la cipolla nell'olio d'oliva. Aggiungere i piselli e dopo un paio di minuti la carne. Lasciar cuocere per cinque minuti, deve rosolare bene, e sfumare col vino bianco. Quando questo sarà evaporato, aggiungere il concentrato di pomodoro e diluire con circa due bicchieri d'acqua. Coprire e lasciare andare a fuoco basso (non ho calcolato il tempo, circa 3/4 d'ora credo). A cottura ultimata salare il sugo. A parte far bollire l'acqua e cuocere la pasta che dovrà restare al dente. Condirla col ragù.
Cospargere una teglia rettangolare di qualche cucchiaiata di sugo, disporre metà della pasta condita e riempire con il Galbanino tagliato a fette, il Parmiggiano ed uno strato abbondante di melanzane fritte. Coprire con la rimanente pasta. Adagiare sopra le Sottilette e cospargere ulteriormente di Parmiggiano. Passare in forno a 200° per 10 minuti al massino, il tempo necessario affinchè si formi sopra la crosticina di formaggio. Servire tiepida.



La DolceMela

Tartufi al cioccolato

Brutta storia quella degli avanzi! Brutta davvero!
Soprattutto per chi come me odio sprecare in cucina. Lì, proprio lì, niente si butta! Tutto è da sè utile e perfetto!
E quindi ecco il quesito... Il problema da risolvere: Come faccio a rendere gli avanzi di una torta un dolcetto sfizioso, buono e carino anche da vedere? Semplice, basta usare un pò di creatività.

Così passo spesso le ore di queste lunghe ed infinite giornate di settembre. Il caldo imprigiona la mia città, Catania, e le lezioni universitarie non sono ancora cominciate. Dovrò pur ingannare l'attesa! Le lanciette dovranno pur rincorrersi più velocemente se io non sto ferma ad osservarle.
Ho voglia di cominciare l'università. So che servirà dedizione, impegno e fatica... Ma tutto ciò non mi spaventa... Anzi! Mi anima di una strana forza. Di una voglia irrefrenabile di fare, rifare, strafare. Amo le incognite. Ancora di più le novità e le sfide.

Per adesso mi accontento di una facile partita culinaria. Gli avanzi ci sono. La fantasia anche. Che tartufi siano!

INGREDIENTI PER 20 PICCOLI TARTUFI:
120 g di torta al cioccolato
60 g di cioccolato fondente
2 cucchiai di Grand Marnier
Una piccola noce di burro
Farina di cocco ( per la decorazione)

PREPARAZIONE:
In un contenitore sbriciolare la torta ed unire i due cucchiai di Grand Marnier e lasciare riposare. Nel frattempo sciogliere il cioccolato insieme al burro e far raffreddare un paio di minuti. Unire quest'ultimo al primo composto ed amalgamare bene ( con le mani magari). Porre in frigorifero per un'ora a riposare.
Trascorso il tempo, formare con un cucchiaio di impasto delle palline e cospargerle di farina di cocco.



La DolceMela

venerdì 16 settembre 2011

Frittelle di Neonata


Tradizione siciliana. Ricette antiche, semplici, gustose che si portano dietro il bagaglio culturale, popolare e folkloristico di una terra, di leggende, di famiglie anche povere. Questo è un piatto che mi ricorda i pescatori. Mi ricorda i venditori ambulanti, di quelli che spingono un carrettino. Mi ricordano la Sicilia di personaggi verghiani come Padron 'Ntoni, dei profumi maledetti di Vittorini, delle verità amare di Sciascia. Mi ricorda la fatica e l'incanto. Il lavoro e l'omertà. Il sudore, le mani, la casa.
Puppetta di Muccu. Frittelle di Neonata, la giusta traduzione.
Semplicità. Gusto. Storia.

INGREDIENTI:
400 g di Neonata
2 uova
80-100 g di Parmiggiano
Prezzemolo
Olio per la frittura

PROCEDIMENTO:
In una ciotola si amalgano tutti gli ingredienti: il pesce, le uova, il formaggio ed il prezzemolo tritato finemente. Si scalda l'olio in una padella e si procede alla frittura. Disporre delle cucchiaiata di preparato distanti tra di loro e lasciar cuocere per qualche minuto, poi capovolgere. Attenzione: durante la cottura le frittelle potrebbero schizzare l'olio. Adagiare sulla carta assorbente e servire. Ottime calde, ma anche fredde. Come antipasto o secondo piatto, accompagnato magari da un'insalata.

La DolceMela