lunedì 2 aprile 2012

Biscotti salati. Uno tira l'altro!

La tecnologia. La tecnologia può tutto. E oltre. Mi ritrovo comodamente sul mio letto, musica sparata a palle nelle orecchie e aggiorno il mio blog direttamente dal cellulare. L'iPhone può tutto. Probabilmente tra qualche tempo saprà fare anche il caffè. O ci sarà l'app "modalità cottura" facilmente scaricabile sul dispositivo mobile!
Oggi il tempo fa i capricci a Catania. E allora anche io divento una bimba, la cui età oscilla tra i 3 e 5 anni. Massimo 5 e mezzo.
Ma poco importa io sono anche questo.
E tra i buoni propositi per perdere giusto due chili in più. E la buona lettura de "La storia infinita", tra Fantàsia e le sue incredibile creature, proprio quando i Beatles cantano Let in be, dal forno arriva il profumo di buono, della farina che ha compiuto il miracolo. Si è trasformata. Ha preso forma.
E allora biscottiamo.

INGREDIENTI:
500 g di farina 00
1 bicchiere di latte
150 g di burro fuso
1 bustina di lievito per torte salate
1 cucchiaino di sale
Rosmarino, origano
Sesamo per decorare

PROCEDIMENTO:

In un contenitore ampio impastare tutti gli ingredienti. Formare un impasto liscio, tirare la sfoglia di spessore 0.5 cmq circa. Con un tagliapasta o formine varie (a secondo dei gusti) ricavare i biscotti, spennellare con latte e cospargere di sesamo. Infornare a 180 gradi per 15-20 minuti. Forno statico. Lasciar raffreddare.

sabato 31 marzo 2012

Nero come la notte. Nero come il cacao.

Quando tempo è passato dall'ultimo post?! Troppo. Ahimé!
Presa dall'università, lezioni, appelli, prove in itinere ed esami, non ho avuto un attimo da dedicare a questo dolce spazio virtuale. Ma non ho smesso di pasticciare in cucina, anzi. Queste piccole creazioni hanno rappresentato una ragione per trovare il sorriso, per fare dei regali apprezzati, soddisfare richieste. Scuse perfette per chiudere i libri. Palliativi notturni. Eh già! In preda all'insonnia che mi attanaglia, ho lasciato passare le ore buie della notte tra fruste, forno acceso, dosi e magici odori.
Ho pensato a me stessa in questi mesi, al mio futuro. Ma ho anche dimenticato me stessa. Una parte di me. E per l'ennesima volta mi salva la mia amata cucina dai pensieri nefasti, dalle "cattive compagnie", dagli errori giovanili. Sono io. Sono tornata. E porto con me un piccolo grande progetto. Adesso si cucina sul serio. Mennula si veste di professionalità e prepara su ordinazione. A breve sperimenterò anche questa nuova esperienza... E cari lettori, se ancora ci siete, pazientate un altro po'... Presto potrete leggere ed ammirare post e foto di feste, compleanni, riunioni di amici.
Come prima, più di prima, io sono qui.
Sono stata due giorni a pensare a quale potesse essere la ricetta con cui "tornare alla ribalta". Quale poteva più rappresentarmi? In un attimo, così, d'improvviso, ecco l'illuminazione.
Non poteva che essere un muffin. E non poteva che essere al cioccolato. Uno di quelli che incessantemente sforno e divoro in questi giorni... Ed allevio i miei sensi di colpa ripetendo a me stessa che è una ricetta leggera... light!
Tutto torna. Ogni cosa. Tornano i miei muffins. Il cacao scuro come la notte ed amaro come alcune mie stupide azioni. Torna lo zucchero, che è la vita e non stanca mai, non smette mai di stupire. Torna il blog in una nuova veste. Torna la voglia di investire in un progetto. Tornano i buoni propositi per la forma fisica, attraverso una ricetta priva di uova e latticini ed un'iscrizione trimestrale in piscina.
Torna la passione.

Tortine al cacao fondente light:


INGREDIENTI:

230 g di farina 00
180 g di zucchero semolato
35 g di cacao amaro in polvere
1 cucchiaino di bicarbonato
1/2 cucchiaino di sale (Sta benissimo con i dolci al cacao!)
80 ml di olio di semi
1 cucchiaio di aceto di vino bianco
310 ml di acqua temperatura ambiente
1 cucchiaino di lievito vanigliato

PROCEDIMENTO:

Il procedimento dei muffins è semplice e veloce. Mai lavorare tanto un muffins, altrimenti risulterà duro come il marmo e secco!
Preriscaldare il forno a 180°, sistemare i pirottini o infarinare la teglia. A parte munirsi di due contenitori: nel primo miscelare tutti i solidi, nel secondo i liquidi. Incorporare quest'ultimi al primo composto e con una frusta metallica lavorare giusto il necessario. Riempire gli stampini per i 2/3 e cuocere per 20 minuti.


Per questo dolcetto devo essere grata a Francesco di PanDiSpagna. Le sue ricette sono fantastiche, questa su tutte. Semplice, economica, leggera e buona! La consistenza è morbida ma anche non "canonica". Accompagnato da un frosting diventa un perfetto cupcakes, stile scuola americana!



La DolceMela

domenica 30 ottobre 2011

Tortine soffici con chicchi di melagrana

Salutiamo Ottobre e lasciamo il passo a Novembre. Ci si addentra sempre più verso la fine di quest'anno troppo pieno, stancante anche. Il freddo pizzica per piccoli attimi, litigando con un sole capriccioso che arriva, abbraccia e poi va. Si passa dalle maniche corte alle sciarpe. Benvenuti in Sicilia. In questa Sicilia tanto inspiegabile ed imprevedibile.
Oggi non ho voglia di scrivere molto. Ripiego le mie avventure-disavventure in un cantuccio nascosto di me stessa ed aspetto vento nuovo. Figurale e letterale. Mi preparo invece ad un evento tanto atteso, il conto alla rovescia sta quasi per scadere e venerdì, più carica che mai, parteciperò al concerto del mio caro gruppo: i Negramaro. Musica, parole e poesia. Io piangerò, riderò, mi emozionerò. E questo basterà a render unica l'esperienza.
Nell'attesa mi affretto a festeggiare la barbara ed infantile festa di Halloween dei cugini americani e la cara ricorrenza siciliana della festa dei morti con tanto di nipotini e cuginetti a seguito!
Per ora, nel più immediato presente, allevio il tedio di un pomeriggio noioso di studio con una ricettina facile, delicata, particolare, colorata ed autunnale: Tortine con chicchi di melagrana.


Prima di passare ad ingredienti e preparazione, sovviene alla mia mente il ricordo di una lettura estiva, graziosa, riflessiva, meditativa, introspettiva... Come me a volte.
Si tratta de "Il viaggio con le melagrane" di Sue Monk Kidd ed Ann Kidd Taylor. A pagina 17 si leggono le seguenti righe:

" Persefone, la fanciulla, sta raccogliendo dei fiori in un prato, quando si apre una voragine nella terra e Ade, il signore dei morti, balza fuori all'attacco, la rapisce e la porta con sè nell'oltretomba. Non trovando la figlia, Demetra, importante divinità terrestre del grano, del raccolto e della fertilità, accende una fiaccola e perlustra tutta la terra. Dopo nove giorni di vane ricerche Ecate, nel suo aspetto di anziana, vecchia strega fatta persona, dea dei crocicchi e della luna nera, si avvicina e le spiega che sua figlia è stata rapita. Infuriata, e troppo abbattuta per assolvere il suo compito divino, Demetra fa seccare i raccolti e la terra si trasforma in una landa desolata. Camuffata da vecchia, Demetra viaggia fino alla città di Eleusi, e lì si siede a fianco di un pozzo in preda alla disperazione. Zeus cerca di farla ragionare. "Ade sarà un buon genero" le dice. Ora deve rasserenarsi e far crescere i raccolti, ma Demetra non cede. La terra ormai è così desolata che Zeus decide di arrendersi e ordina che Persefone torni da sua madre. Quando la fanciulla si accinge a partire, inghiotte senza volerlo dei semi di melagrana, che sanciscono il suo ritorno nell'oltretomba per un terzo di ogni anno a venire. Madre e figlia si ritrovano il primo giorno di primavera. E' interessante notare che in quell'occasione compare anche Ecate. Il mito narra che, da allora in avanti, la dea precede e segue Persefone ovunque vada. Quando Demetra scopre della fatale melagrana, la sua gioia si smorza, ma interrompe comunque il lutto consentendo alla terra di fiorire di nuovo. Dopotutto sua figlia  è tornata. Non è più la ragazzina innocente che saltellava sul prato raccogliendo fiori, ma una donna trasformata dall'esperienza."

Le melagrane diventano la metafora di un viaggio. Un viaggio che si muove intorno alla Grecia, Francia, America, Turchia, che fa della terra una protagonista e del suo modo di cambiare ed entrare dentro l'anima dell'individuo, mediante sensazioni, intuizioni, profumi e suoni, la forza più grande per plasmare l'uomo, o la donna nel caso specifico.
La melagrana diventa metafora. Diventa vita. Scoperta. Diventa slancio.
Una donna che ritrova la figlia, troppo silenziosa e malinconica, e la ritrova già adulta, con le sue aspettative, le sue preoccupazioni, le cicatrici, i conti in sospeso, i progetti e le ansie per il futuro. L'amore. La carriera. Il passato. Il confronto quotidiano.
E' anche una donna che ritrova se stessa. Insieme e dentro la figlia. La rivede in lei. Ma c'è un senso ben più sottile. Un senso che intercorre l'anima, il significato primigenio del termine donna, del mistero che intercorre tra l'essenza e l'apparenza. La vera donna, la pace della maturità, la ricerca della Grande Madre e della Grande Terra.
Tutto questo filtrato dall'immagine reale di questo frutto. Un frutto che attraversa la mitologia passata, intercorre nelle vite delle protagoniste e le accompagna. Fedele. Come un ciondolo portato al collo. Un amuleto. Una protezione ed uno slancio vitalico insieme.
Questo è il libro. Questo è la melagrana. Con i suoi chicchi. Col colore spregiudicato, abbondante, AUTENTICO. Sembrano gemme preziose. Di un tesoro, forse, difficile da comprendere, in cui taratura e valuta non c'entrano nulla.


INGREDIENTI:
160 g di farina 00
160 g di fecola di patate
2 uova
250 ml di latte
180 g di zucchero
3 cucchiai di olio
1 bustina di lievito
I chicchi di una melagrana grande


PROCEDIMETO:
Montare le uova e lo zucchero con le fruste elettriche fino ad avere un composto bello spumoso. Incorporare il latte ed i tre cucchiai d'olio ed in seguito il composto solido (farina setacciata insieme alla fecola e al lievito). Amalgamare il composto ed evitare la formazione di grumi. Imburrare ed infornare una teglia per tortine (io ho usato quella di silicone, quindi ho evitato questo passaggio). Cuocere nel forno preriscaldato a 180° per 20-25 minuti.



La DolceMela

domenica 23 ottobre 2011

Odore di spezie... tra una lezione e l'altra

Avevo perso l'abitudine. Non ricordavo più la Melania impegnata, attiva, quella che in fondo si dedica solo a se stessa ed alle sue priorità. Ed eccomi qui. Ho trascurato anche il mio amato blog. Ma gli impegni sono gli impegni... E per una persona precisina precisina come me sono legge, obblighi quasi. Mi immergo in questo mondo nuovo, sconosciuto, in silenzio ed in punta di piedi. Assaporo ogni saluto senza nome, volto non familiare, voce da imparare, rapporto da instaurare. Allontano la reticenza, la diffidenza. Abbatto, con poca intenzionalità in fondo perchè è anche bello così e conquistare ogni rapporto umano passo per passo, il muro che mi separa dagli "sconosciuti" e potenziali nuova conoscenza, amicizia, rapporto.
Chiusa in una assoluta apatia nei confronti di quelle persone che appartengono al passato ed alla mia "precedente vita", a braccia aperte e ben volenterosa mi accingo a scalare questa nuova montagna. Partendo da valle.
Le lezioni assorbono parte del mio tempo, prima vuoto, mi danno una ragione per sentir suonare la sveglia presto la mattina. E così come le ore passate a sottolineare nozioni già sentite o concetti sconosciuti, distinguendo colori per importanza, funzione. Come la vita del resto: un continuo separare, evidenziare, capire, cestinare, scegliere. Fissare in mente. Archiviare come superfluo.
Ci sono poi compagni di viaggio che nonostante il cambiamento di rotta restano accanto a me. A mandare avanti la nave. Sù l'albero maestro, ammainiamo le vele. Marinaio, caliamo la scialuppa che qui affonda tutto! Capitano, beviamoci su un bel goccetto!
Ed a loro, rivolgo un sorriso, il più tenero, puro e sincero.
Tra tutto questo caos ed alternarsi di vecchio e nuovo, conosciuto ed imprevisto, non trascuro di certo la mia cucina, le mie teglie, la farina, lo zucchero, il sale e le spezie. Accumulo foto e racconti da dover postare, cercando il modo migliore per raccontare dei sapori, i miei. Ed il tempo necessario.
Sfruttando a meglio il tempo calmo di una notte offerta dal capriccioso Ottobre, ho sfornato dei muffins (sai che novità!) deliziosi per un pranzo con l'allegra combriccola. Sono stati apprezzati. Ed anche se così non fosse stato, il loro profumo sarebbe bastato abbondantemente a soddisfarmi.
I miei piccini....
MUFFINS SPEZIE ED UVETTA!


INGREDIENTI:
220 g di farina 00
2 uova
125 g di yogurt (bianco o come nel mio caso vaniglia e zenzero della Vitasnella)
120 g di zucchero
1/2 vasetto di olio di semi
2 cucchiaini di lievito
100 g di uvetta
1/2 cucchiaino di zenzero
1/2 di noce moscata
1/2 di cannella


PROCEDIMENTO:
Due contenitori: in uno miscelare con una frusta a mano tutti gli ingredienti liquidi, nell'altro i solidi. Unire i solidi ai liquidi e lavorare pochissimo. Appena sarà amalgamato, riempire i pirottini, sistemati nell'apposito stampo, per circa i 2/3 e cuocere a 180° per 25 minuti nel forno già caldo.


La DolceMela

sabato 15 ottobre 2011

Tuffo nel passato : i 'Nzuddi

Momento di ricordi. Momento di viaggio nel tempo.
Ottobre va avanti, si spoglia dei suoi giorni, si mostra, si brucia. Si avvicinano così le prime festività. Qui in Sicilia è tempo di profumi forti e sapori decisi. Di balocchi, zuccheri e doni.
Ricordo la mia infanzia. Già in questo periodo cominciava l'attesa, il conto alla rovescia, ci si metteva lì a pregare i genitori affinchè comunicassero ai morti preferenze riguardo quella bambola, o quel rompicapo, la macchina che va a pedali, questo, quello o un altro gioco ancora... Ebbene si... Si attendevano i morti, i morti che si festeggiavano il 2 di Novembre.
Quel giorno i piccoli, i bambini e le bambine, aprivano gli occhi e giravano forsennatamente per casa in cerca dei doni. E prima c'era sempre quella mezza delusione disegnata in viso, perchè erano stati "monelli" ed allora niente, nessun giocattolo per loro. Solo un visino imbronciato. Ma poi i genitori facevano quel mezzo sorrisetto e si scambiavano quel famoso sguardo d'intesa e allora da un armadio, sotto il letto o dal ripostiglio sbucava fuori un pacco, incartato, colorato, il pacco che tanto si era atteso... I bambini venivano accontentati. E fingevano di aver capito la lezione. Promettevano sempre di essere più buoni. Da allora in poi. Ma non era mai così.
Si correva tutti in giardino, o nel cortile vicino casa, ci si radunava sui pianerottoli, tutta la banda di mocciosi al completo e si mettevano in mostra i doni, si giocava fino allo sfinimento. E se una mano e qualche schiamazzo servivano ad intrattenere partite intere, giochi e invenzioni incredibili, l'altra mano teneva stretto sempre qualche dolce. Qualche tipica prelibatezza. I famosi biscotti dei morti. E con quelli si faceva colazione, si concludeva il pranzo e la cena, si appagava la merenda. Per i piccini, ma anche per i grandi. Le case erano piene di vassoi enormi, confezionati e sfornati presto da pasticcerie e biscottifici. Ossi di morti, Totò, Rame di Napoli, 'Nzuddi rappresentavano la vera peculiarità di tale celebrazione. In cui venivano ricordati i morti, si, ma col sorriso, l'augurio e la felicità più grandi. Perchè non vi era tristezza in quei ricordi. Nella morte era vivo il ricordo. Vivo più della vita stessa.
Negli ultimi anni, per quanto tenera sia ancora la mia età, mi accorgo di quanto queste tradizioni si siano perdute. Pochi sono i bambini che ancora conoscono o attendono questa ricorrenza. E' bigotta forse, antiquata. Passata... Che chiedere ai morti? Che ne possono sapere loro di Ipod, Playstation3, Nintendo Wii?!
I dolci invece sono rimasti. Quelli durano. Quelli persistono nella mente e nei palati. Riempiono ancora vetrine e banconi. Straripano dai vassoi. Forse è questa la potenza della cucina, la sua forza. Alimenta la tradizione. E' una testimonianza. Un'impronta. Sbiadita a volte. Ma indelebile.
Ho cercato tanto. Ho trovato delle ricette che si avvicinano in parte a quelle originali. Ho scovato dei sapori simili. E poco per volta, nei ritagli di tempo, voglio sperimentare questa magia. Voglio far rivivere il passato. Ho cominciato dalla preparazione più semplice: I 'Nzuddi.


INGREDIENTI:
400 g di farina 00
250 g di zucchero
50 g di farina di mandorle
1/2 cucchiaino di cannella
2 cucchiaini di lievito ( la ricetta originale prevede un cucchiaino raso di ammoniaca, ma non ne avevo)
mandorle tostate
1 cucchiaio di farina 00
2 cucchiai di zucchero
150 ml circa di acqua tiepida ( dipende dalla consistenza dell'impasto)


PROCEDIMENTO:
Mescolare tutti gli ingredienti secchi insieme in un contenitore grande. Aggiungere poco per volta l'acqua e lavorare fino al raggiungimento di un impasto morbido ed in parte "grezzo". Trasferirlo sul piano di lavoro, formare un lungo salsicciotto e ricavare dei cerchi. Appiattire, adagiare sulla carta da forno, cospargere di farina e zucchero ( precedentemente si saranno mescolati insieme i due cucchiai di zucchero e il cucchiaio di farina) e posizionare su ciascun biscotto una mandorla. Infornare a 180° per 15 minuti. I biscotti restano bianchi e molto morbidi, ma una volta raffreddati acquistano la consistenza giusta.



La DolceMela

mercoledì 12 ottobre 2011

Sveglia presto, corsa all'università e muffins al caffè!

Finalmente è cominciata! Finalmente ho varcato questa soglia. Mi sono catapultata in questa nuova dimensione, in questo nuovo mondo in cui, sono sicura, dovrò faricare, forse soffrire, ma in cui spiccherò il volo, le mie ali si spiegherammo, lasciando a terra pesi inutili, passato e sciocchezze. Tutte quellle insulse banalità che per troppo tempo hanno riempito la mia mente.
Stamattina mi sono alzata prestissimo. Non sapevo cosa mettere, come comportarmi, dove andare e cosa mi aspettava. Vestita con cura ma estrema semplicità, dopo una colazione abbondante ed un profondo respirò sono andata incontro a questo nuovo percorso, a quest'incognita che poco per volta si svelerà. Mi sento più leggera. Mi sento carica. Pronta. Bisognosa di questa "botta di vita". Troppa stasi, troppo vecchio. E si sa... ciò che è vecchio e non va più va buttato a gran forza e vigore dalla finestra più alta della propria esistenza. E questa è la mia intenzione primaria.
Ho una lista infinita di libri da acquistare, faccio confusione con materie e crediti e mi gira la testa al sol pensiero della grande faticata che mi aspetta. Ma sono felice. E soprattutto: pronta.
In occasione del grande cambiamento, ieri ho preparato questi muffins, per dar carica alle mattine che mi aspettano, per svegliarmi con il loro profumo ed animarmi con l'aroma forte. E stamattina ci sono riusciti perfettamente! Certo, non hanno di certo evitato alla sottoscritta una delle sue solite papere! Avrò perso circa mezz'ora a cercare l'aula giusta in giro per quel labirinto che è l'università per rendermi conto, solo alla fine e dopo suggerite indicazioni, che l'aula in questione era la prima, proprio accanto all'ingresso e proprio dove si accalcava una folla immane di matricole!
In effetti, potevo anche farmi un caffè rapido, ma nervosa come sono di mio, meglio non esagerare con la caffeina... e poi ogni occasione è buona per pasticciare in cucina e per beneficiare poi dei suoi risultati!
Questi sono semplici semplici da preparare. Ed ancora di più da far sparire subito!


INGREDIENTI:
2 uova
10 cucchiai di zucchero
14 cucchiai colmi di farina
2 tazzine di caffè ristretto
1 bicchiere di latte
1/2 bicchiere di olio di semi
1/2 bustina di lievito per dolci
1 cucchiaino di bicarbonato


PROCEDIMENTO:
Sbattere le uova con lo zucchero molto energicamente, fino ad ottenere un composto spumoso. Aggiungere la farina mescolando dal basso verso l'alto. Incorporare l'olio ed il caffè ed infine il latte in cui si è sciolto il lievito ed il bicarbonato. Sistemare i pirottini nello stampo, riempirli per i 2/3 e cuocere per 30 minuti nel forno preriscaldato.



La DolceMela

martedì 11 ottobre 2011

Muffins cioccolato, arancia e cannella

Sono stati giorni che han lasciato il segno, canta una famosa voce italiana. Ed è davvero così. Si corre, si vive, si incontra, si ride, si piange... perchè no! La mente va lontana in cerca di risposte che solo la vita potrà dare, solo lei riesce a risolvere certe insolite incognite che tanto assillano. Mi ritrovo a nascondere bene ogni debolezza, a mostrare la faccia migliore della mia medaglia, quella di oro e diamanti, quella che brilla, abbaglia ogni cosa. Ma tutto il resto è dentro, celato, invisibile all'occhio umano. Le mie debolezze si perdono tra vanità. La forza, del marmo e della statua, solo quella è in mostra. Rara. Dura.
Andiamo a ritroso per raccontare la ricetta di oggi...
Domenica ho battezzato il mio bel mostricciattolo! Cristina. La figlia di mio fratello. Ed è stata un'emozione forte, di quelle che lasciano il segno. Che ti donano un ricordo ed un brivido. Tra corse, preparativi, complimenti, inaspettati gesti ( ... ) , conoscenze nuove, ho vissuto una giornata piena. Stracolma. E per chi non riuscisse proprio a tenere a bada la curiosità, ecco una foto di quel giorno...


Dopo anni ho fatto anche un prelievo, venerdì mattina, ed è stata questa la scusa adatta per sfornare dei piccoli tesori. Mi sono messa lì d'impegno in cerca di una ricetta delicata ma evidente, buona. Doveva essere un dono, per una cara amica, che mi è stata vicina in un'azione tanto banale ma per me, fifona, equivalente ad una tragica fatica. Dopo, missione ormai compiuta, il profumo dei muffins si è sprigionato per tutta la cucina e via... Verso la ricompensa dello shopping consolatorio.
In tutto, seri o stupidi che siano i problemi, avere accanto un'amica cambia ogni cosa. Cambia il modo di agire, di incassare il colpo o riscuotere la ricompensa. Grazie, a lei e all'amicizia...
E allora che Muffins siano. Ma al cioccolato, arancia e cannella.


INGREDIENTI:
225 g di farina 00
150 g di zucchero
100 g di burro morbido
1 uovo
1/2 bustina lievito ( o 1 cucchiaino di lievito ed uno di bicarbonato)
1 cucchiaio di limoncello, grappa o altro liquore
1/2 bicchiere di latte
La scorza di un'arancia
Il succo di mezza arancia

Io ho dimezzato la ricetta originaria, con questa vengono nove muffins grandi.


PROCEDIMENTO:
Preparare due contenitori: nel primo miscelare tutti gli ingredienti solidi, nell'altro tutti i liquidi, utilizzando una frusta di metallo (niente di elettrico, niente mixer o robot da cucina, i muffins si lavorano poco ed in breve tempo). Unire gli ingredienti solido al composto liquido ed amalgare il tutto, due minuti al massimo. Sistemare i pirottini nello stampo e cuocere a 180° per 20 minuti nel forno già caldo.




La DolceMela