Salutiamo Ottobre e lasciamo il passo a Novembre. Ci si addentra sempre più verso la fine di quest'anno troppo pieno, stancante anche. Il freddo pizzica per piccoli attimi, litigando con un sole capriccioso che arriva, abbraccia e poi va. Si passa dalle maniche corte alle sciarpe. Benvenuti in Sicilia. In questa Sicilia tanto inspiegabile ed imprevedibile.
Oggi non ho voglia di scrivere molto. Ripiego le mie avventure-disavventure in un cantuccio nascosto di me stessa ed aspetto vento nuovo. Figurale e letterale. Mi preparo invece ad un evento tanto atteso, il conto alla rovescia sta quasi per scadere e venerdì, più carica che mai, parteciperò al concerto del mio caro gruppo: i Negramaro. Musica, parole e poesia. Io piangerò, riderò, mi emozionerò. E questo basterà a render unica l'esperienza.
Nell'attesa mi affretto a festeggiare la barbara ed infantile festa di Halloween dei cugini americani e la cara ricorrenza siciliana della festa dei morti con tanto di nipotini e cuginetti a seguito!
Per ora, nel più immediato presente, allevio il tedio di un pomeriggio noioso di studio con una ricettina facile, delicata, particolare, colorata ed autunnale: Tortine con chicchi di melagrana.
Prima di passare ad ingredienti e preparazione, sovviene alla mia mente il ricordo di una lettura estiva, graziosa, riflessiva, meditativa, introspettiva... Come me a volte.
Si tratta de "Il viaggio con le melagrane" di Sue Monk Kidd ed Ann Kidd Taylor. A pagina 17 si leggono le seguenti righe:
" Persefone, la fanciulla, sta raccogliendo dei fiori in un prato, quando si apre una voragine nella terra e Ade, il signore dei morti, balza fuori all'attacco, la rapisce e la porta con sè nell'oltretomba. Non trovando la figlia, Demetra, importante divinità terrestre del grano, del raccolto e della fertilità, accende una fiaccola e perlustra tutta la terra. Dopo nove giorni di vane ricerche Ecate, nel suo aspetto di anziana, vecchia strega fatta persona, dea dei crocicchi e della luna nera, si avvicina e le spiega che sua figlia è stata rapita. Infuriata, e troppo abbattuta per assolvere il suo compito divino, Demetra fa seccare i raccolti e la terra si trasforma in una landa desolata. Camuffata da vecchia, Demetra viaggia fino alla città di Eleusi, e lì si siede a fianco di un pozzo in preda alla disperazione. Zeus cerca di farla ragionare. "Ade sarà un buon genero" le dice. Ora deve rasserenarsi e far crescere i raccolti, ma Demetra non cede. La terra ormai è così desolata che Zeus decide di arrendersi e ordina che Persefone torni da sua madre. Quando la fanciulla si accinge a partire, inghiotte senza volerlo dei semi di melagrana, che sanciscono il suo ritorno nell'oltretomba per un terzo di ogni anno a venire. Madre e figlia si ritrovano il primo giorno di primavera. E' interessante notare che in quell'occasione compare anche Ecate. Il mito narra che, da allora in avanti, la dea precede e segue Persefone ovunque vada. Quando Demetra scopre della fatale melagrana, la sua gioia si smorza, ma interrompe comunque il lutto consentendo alla terra di fiorire di nuovo. Dopotutto sua figlia è tornata. Non è più la ragazzina innocente che saltellava sul prato raccogliendo fiori, ma una donna trasformata dall'esperienza."
Le melagrane diventano la metafora di un viaggio. Un viaggio che si muove intorno alla Grecia, Francia, America, Turchia, che fa della terra una protagonista e del suo modo di cambiare ed entrare dentro l'anima dell'individuo, mediante sensazioni, intuizioni, profumi e suoni, la forza più grande per plasmare l'uomo, o la donna nel caso specifico.
La melagrana diventa metafora. Diventa vita. Scoperta. Diventa slancio.
Una donna che ritrova la figlia, troppo silenziosa e malinconica, e la ritrova già adulta, con le sue aspettative, le sue preoccupazioni, le cicatrici, i conti in sospeso, i progetti e le ansie per il futuro. L'amore. La carriera. Il passato. Il confronto quotidiano.
E' anche una donna che ritrova se stessa. Insieme e dentro la figlia. La rivede in lei. Ma c'è un senso ben più sottile. Un senso che intercorre l'anima, il significato primigenio del termine donna, del mistero che intercorre tra l'essenza e l'apparenza. La vera donna, la pace della maturità, la ricerca della Grande Madre e della Grande Terra.
Tutto questo filtrato dall'immagine reale di questo frutto. Un frutto che attraversa la mitologia passata, intercorre nelle vite delle protagoniste e le accompagna. Fedele. Come un ciondolo portato al collo. Un amuleto. Una protezione ed uno slancio vitalico insieme.
Questo è il libro. Questo è la melagrana. Con i suoi chicchi. Col colore spregiudicato, abbondante, AUTENTICO. Sembrano gemme preziose. Di un tesoro, forse, difficile da comprendere, in cui taratura e valuta non c'entrano nulla.
INGREDIENTI:
160 g di farina 00
160 g di fecola di patate
2 uova
250 ml di latte
180 g di zucchero
3 cucchiai di olio
1 bustina di lievito
I chicchi di una melagrana grande
PROCEDIMETO:
Montare le uova e lo zucchero con le fruste elettriche fino ad avere un composto bello spumoso. Incorporare il latte ed i tre cucchiai d'olio ed in seguito il composto solido (farina setacciata insieme alla fecola e al lievito). Amalgamare il composto ed evitare la formazione di grumi. Imburrare ed infornare una teglia per tortine (io ho usato quella di silicone, quindi ho evitato questo passaggio). Cuocere nel forno preriscaldato a 180° per 20-25 minuti.
La DolceMela
ho imparato grazie ate ha usare i chicchi di melagrana per creare un dolce, immagino il sapore. La lettura che hai citato non la conoscevo. un bacione e buona serata
RispondiEliminaChissa' che buone queste tortine!!! Ne assaggerei volentieri una!!!
RispondiEliminasembrano i pangoccioli!
RispondiEliminasaranno squisite....
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