mercoledì 28 settembre 2011

Rotolo al limone

Ennesimo compleanno in famiglia. Serve un dolce. Serve proprio un dolce.
Così mi cimento per la prima volta nella preparazione del Pan di Spagna. Un'operazione che ha richiesto una bella dose di tempo e pazienza, ma il risultato mi ha ripagato in pieno! Non avevo voglia di fare qualcosa troppo dolce o dal sapore troppo stucchevole. Meglio non rinunciare alle calorie ma avere anche una nota acidula al palato. Cosa c'è di meglio del limone? Del suo odore, sapore e colore inconfondibili?! Nulla!
Bene, allora all'opera!


INGREDIENTI PER IL PAN DI SPAGNA:
4 uova
150 g di zucchero
150 g di farina
1 bustina di vanillina

PROCEDIMENTO:
Montare le uova con lo zucchero finchè il composto non "scrive" (ho impiegato esattamente 28 minuti cronometrati per far triplicare il volume dell'impasto e fargli acquisire il classico colore giallo paglierino e la consistenza gonfia). Setacciare delicatamente la farina e la vanillina ed incorporare con cucchiaio di legno seguendo un movimento lento dal basso verso l'alto. Foderare di carta forno una teglia rettangolare (quella che di solito è in dotazione del forno stesso) e cuocere per dieci minuti a 220°. Disporre su un canovaccio dello zucchero semolato, adagiare il pan di spagna cotto ed arrotolare, per garantire la forma in seguito.

INGREDIENTI PER LA FARCIA:
1 uovo
Il succo di 2 limoni
2 fogli di colla di pesce ( io ho usato quella Paneangeli)
100 g di zucchero
200 ml di panna

PROCEDIMENTO:
Montare la panna perfettamente e mettere in frigorifero. Scaldare in un pentolino il succo dei limoni e lontano dal fuoco far sciogliere la colla di pesce, precedentemente messa a mollo per dieci minuti e strizzata bene. In una ciotola montare l'albume. A parte lavorare il tuorlo con lo zucchero e circa 2 cucchiai di acqua calda. Aggiungere a questo composto la crema di limone e l'albume montato a neve in modo delicato. In seguito unire la panna montata con un movimento lento dal basso verso l'alto.
Farcire il pan di spagna, arrotolare nuovamente e cospargere di zucchero a velo.


La DolceMela

martedì 27 settembre 2011

"Biscotti ca ciciulena" : Le Reginelle

Tanta voglia di biscotti. Tanta voglia di plasmare con le mie mani. Perchè in fondo con i biscotti metti un pò più di te stessa, usi un pò più la fantasia e speri, ogni volta, di trovare la forma perfetta. Il biscotto perfetto.
E come al solito ho pensato bene di provare qualcosa in cui ci sia la mia Sicilia presente, qualcosa che mi ricordi l'infanzia, i giorni di scuola passati, le soste obbligatorie al panificio vicino casa, a comprare i biscotti buoni buoni col sesamo sopra. I "viscotta ca ciciulena", dalle mie parti così li chiamiamo. Meglio conosciuti come Reginelle. Sapore inconfondibile. Consistenza inconfondibile. Ed una dolcezza timida che si risparmia di esplodere in bocca. Un incontro tra il dolce ed il salato. Tra lo zucchero ed il sesamo. Tra bianco e nero.
Ho provato questa ricetta per la prima volta e con pazienza e consapevolezza, tra una sfornata e l'altra ho imparato la cottura giusta, la grandezza giusta, la doratura perfetta. Ho ricevuto in dono un'esperienza. Ho conosciuto dopo essermi scottata, dopo aver sbagliato, dopo aver sudato. La cucina è come la vita. E' come il mio carattere duro, irremovibile e testardo. La cucina è prova e sudore ed errore e fatica. E' anche soddisfazione. Tutto ciò ricorda la quotidianità, i giorni, i mesi, gli anni. L'esistenza in sè.


INGREDIENTI:
500 g di farina 00
150 g di zucchero
150 g di burro, temperatura ambiente
2 uova
1 bustina di lievito
1 bustina di zafferano (sciolta in 1/2 tazzina di latte)
Un pizzico di sale
Sesamo

PREPARAZIONE:
In un contenitore grande formare una fontana di farina ed unire tutti gli ingrendienti e lavorare con le mani. Formare un impasto abbastanza duro e porre a riposare per 2 ore, coperto da un canovaccio e lontano da fonti d'aria. Trascorso tale tempo formare con l'impasto dei salsicciotti, dividere in tozzetti di circa 2 centimetri, dare loro una forma quadrata o rettangolare (in modo approssimativo) e passare nel sesamo. Il segreto per far attaccare i semini senza la necessità di dover spennellare il biscotto con il latte consiste nel lavorare la pasta senza utilizzare farina, nè sulle mani, nè sul piano da lavoro; così il composto resta umido fuori. Adagiare su una teglia con carta da forno e cuocere nella parte media del forno per 10 minuti a 200°, poi a 180° per altri 5-10 minuti.


La DolceMela

lunedì 26 settembre 2011

Treccia di sfoglia, patate e speck

Ci sono quelle sere in cui un pò ci si annoia a cenare sempre con le solite cose... In cui si ha voglia di qualcosa di sfizioso, buono... e diciamolo, anche consistente! Per chi ama poi, come me le torte salate, la pasta brisè, la sfoglia, la pizza, questo tipo di preparazioni sono l'ideale. Semplici, che portano via poco tempo, soddisfano, riempiono il pancino!


INGREDIENTI:
1 rotolo di pasta sfoglia
2 patate di media dimensione
80 g di speck a fette
Parmiggiano
Pepe nero
Olio extravergine d'oliva
1 cipolla molto piccola
1 uovo per spennellare
1 pomodoro
Semi di sesamo per decorare

PREPARAZIONE:
Bollire le patate e lasciar raffreddare. Pelare ed affettare sottilmente. A parte soffriggere in poco olio la cipolla finemente tagliata, aggiungere le patate affettate, il pomodoro tagliato a cubetti per dare colore. Salare e pepare. Lasciar intiepidire. Stendere la pasta sfoglia e disporre al centro di essa le patate, lo speck, una mangiata abbondante di parmiggiano (a me piace che si senta). Col coltello formare tante listarelle con i lati della sfoglia. Ripiegare verso l'interno la parte alta e bassa della pasta ed in seguito le listarelle, intrecciandole. Si forma così una sorta di treccia. Bucherellare con una forchetta, spennellare con l'uovo la superficie, cospargere di semi di sesamo ed infornare per 30 min a 200°. Ottima calda, tiepida ed anche fredda!



La DolceMela

venerdì 23 settembre 2011

Torta ai pistacchi di Bronte

Pistacchi profumati. Pistacchi di Bronte appena ricevuti in dono. Pistacchi verdi. Fieri del loro colore. Pistacchi irriverenti. Pistacchi stupendi.
Nasce così questa torta, adattando la ricetta, presa un pò qui ed un pò lì... Cercando di trovare i sapori vecchi, la consistenza perfetta, il pezzetto di paradiso racchiuso in una fetta.
La aspettavano tutti. La volevano proprio. E' sparita in un attimo. Sicuramente da rifare.
Per noi Siciliano il pistacchio è prezioso come l'oro ed ha il colore degli smeraldi più puri e rari. E' un dono. Un privilegio. Un orgoglio. Un vanto. Perchè è così! I Siciliani si vantano. Sono spavaldi. Sono duri fuori. E morbidi dentro... Come un dolce in fondo... Sotto la glassa, c'è sempre un cuore morbido.
Questa è la mia torta... Una delle più buone fino ad ora fatte.


STORIA:
Il pistacchio (dal greco Pistàkion) è una pianta originaria del bacino Mediterraneo (Persia, Turchia), coltivata per i semi, utilizzati per il consumo diretto, in pasticceria e per aromatizzare gli insaccati di carne.
Non è esagerato dire che è una pianta vecchia tanto quanto il mondo. Era noto e coltivato, infatti, dagli antichi ebrei e già allora ritenuto un frutto prezioso.
Per la prima volta la parola “pistacchio” nell’Antico Testamento, successivamente nella Genesi, (origine-nascita del mondo) capitoli 42/43 versetto 11.
Assieme ad altre piante allora molto apprezzate, il pistacchio è riportato nell’obelisco, monumento celebrativo, fatto innalzare da Assurbanipal I° (re dell’Assiria, attorno al 668-626 a.C.), nella città di Kolach.
Ma era già noto alle popolazioni orientali: Babilonesi, Assiri, Giordani, Greci sin dal III secolo a. C. come pianta dai principi curativi, potente afrodisiaco e come antidoto contro i morsi degli animali velenosi, chiamato secondo alcuni “fostak” o “fostok” e derivante secondo altri dal persiano “fistij”.
Plinio il Vecchio, autore dell’Historia Naturalis, cap. X-XIII, datato attorno al 77 d.C. ci parla di Lucio Vitellio (Pretore o Governatore romano in Siria) il quale attorno al 20-30 dopo Cristo introdusse in Spagna e Italia, a seguito le conquiste romane, la pianta. Sempre in quel periodo le coltivazioni si diffusero in Liguria, Puglia, Campania e Sicilia. Nelle regioni italiche, non trovando la pianta condizioni climatiche favorevoli, bel presto inselvatichì passando da fruttifera a legna usata per usi domestici. Ancora i Romani chiamarono “frastuchera locus” lo spazio, il luogo o posto dove si produceva il pistacchio.
Attorno al 900 D. C. gli Arabi, erano sbarcati in Sicilia e più precisamente a Marsala, ne iniziarono la coltivazione “inestando li salvatichi cò la coltivazione diventano domestichi”, per via di marze.
Di questi ultimi, ancor oggi, nella parlata dialettale conserviamo i termini “frastuca e frastucara” che stanno ad indicare rispettivamente il frutto e la pianta. Termini corrotti derivanti dall’arabo “fristach” e “frastuch”. Naturalmente trattasi di traslitterazione dal momento che il suono della “p” mancando in lingua araba viene reso con la “f” o la “b”. Nel dialetto brontese dei nostri nonni il termine “frastucata” indicava un dolce a base di pistacchio e “frastuchino” il colore verde pistacchio.
Furono gli Arabi, dunque, strappando la Sicilia ai Bizantini, ad incrementare ed a attrezzarsi nella coltivazione del pistacchio che nell'Isola, particolarmente alle pendici dell'Etna, trovò l’habitat naturale per uno sviluppo rigoglioso e peculiare.
Nelle sciare del territorio di Bronte si realizzò uno straordinario connubio tra la pianta ed il terreno lavico che, concimato continuamente dalle ceneri vulcaniche, favorì la produzione di un frutto che dal punto di vista del gusto e dell’aroma, supera come qualità la restante produzione mondiale.
Qui, in un terreno sciaroso e impervio (i "lochi", così sono chiamati ancora i pistacchieti), il contadino brontese ha bonificato e trasformato le colate laviche dell’Etna in un insolito Eden, realizzando il prodigio di una pianta nata dalla roccia per produrre piccoli, saporiti frutti della più pregiata qualità, di un bel colore verde smeraldo, ricercati ed usati in pasticceria e gastronomia per le loro elevate proprietà organolettiche.
Oggi, del vasto territorio brontese (25.000 ettari), sono coltivati a pistacchieti quasi 4.000 ettari di terreno lavico, con limitatissimo strato arabile e con pendenze scoscese ed accidentate, poco sfruttabile per altre colture bizzantine.


INGREDIENTI:
100 g di farina 00
250 g di pistacchi
250 g di zucchero
4 uova
100 di burro fuso
1/2 tazzina di liquore Maraschino o Limoncello
Un pizzico di sale
1/2 bustina di lievito

PROCEDIMENTO:
Sciogliere il burro e lasciar raffreddare. Tritare i pistacchi finemente e tenere da parte. Separare i tuorli dagli albumi e montare a neve ferma quest'ultimi. Lavorare i rossi con lo zucchero, il burro fuso e il liquore, fino ad ottenere un composto spumoso. Incorporare la farina e il sale. Aggiungere i pistacchi tritati e lavorare con un mestolo di legno (il composto risulterà molto asciutto). Incorporare delicatamente di albumi ed aggiungere il lievito. Infornare a 180° per 40 minuti.

La torta può essere farcita di crema di pistacchi ( Fantastica! Ne avevo un barattolo a casa ma ho preferito conservarla per le "grandi occasioni"), oppure ricoperta di Nutella e granella di pistacchi. Io ho voluto presentare la torta nella sua "purezza" e l'ho semplicemente spolverata di zucchero a velo.



La DolceMela

giovedì 22 settembre 2011

Torta di mele e benvenuto Autunno!

Eccolo. E' arrivato. Ha portato la sua dose di novità nella mia piccola vita... Ci si adatta. Come sempre. Si prende il lato migliore di ogni cosa, come sono solita fare.
Sono giorni questi in cui sono terribilmente annoiata. Non riesco a star ferma e vado in cerca di non so cosa... Voglio studiare. Voglio l'inizio delle lezioni all'unuversità. Voglio rincorrere un obiettivo. Avere uno scopo, una meta, un traguardo da raggiungere. Così non va. Non basta.
Per placare i miei tumultuosi spiriti mi sono abbandonata completamente allo shopping, caro alleato di noi femminucce.. E tra tacchi, stivali, maglioni e smalti posso definirmi soddisfatta... A grandi linee! ...Ed in effetti non lo sono mai del tutto! Ma si fa quel che si può.
Saluto l'Autunno, che nella mia amata Sicilia ha portato di nuovo il sole e scacciato via la piaggia. Gli offro un piccolo dono: una torta. La torta di mele. Gustosa. Leggera. Che ha fatto letteralmente impazzire mia sorella. Metà l'ha divorata lei! Adesso ho uno strumento valido con cui poterla ricattare! Ahahah
La ricetta l'ho trovata nel blog di Le Chicche di Chicca ed è tipica del trentino. L'ho provata, l'ho leggermente variata, l'ho mangiata, l'ho apprezzata!



INGREDIENTI:
200 g di farina
100 g di zucchero
140 g di burro
2 uova
2 mele
1 cucchiaino di cannella
2 cucchiaini colmi di lievito
6 cucchiai di latte
1 pizzico di sale



PROCEDIMENTO:
Fondere il burro e lasciarlo intiepidire. Nel frattempo lavorare bene con le fruste elettriche le uova con lo zucchero finchè non diventano una schiuma gonfia e cremosa. Aggiungere il burro ed il latte, in seguito i solidi: farina, cannella, sale ed in fine il lievito. Foderare di carta forno una teglia dal diametro 24-26 centimetri. Adagiare e spalmare bene il composto (sembrerà poco ma la torta poi gonfia e comunque non deve venire molto alta) e disporre a raggiera gli spicchi delle mele, precedentemente pulite e affettate, mentre al centro disporre a cubetti (si formerà così una sorta di fiore). Infornare a 180° per 30-40 minuti. Cinque minuti prima della fine della cottura estrarre la torta e spennellare la superficie con un denso composto di zucchero e latte (o acqua, o marmellata sciolta in poca acqua) . Infornare nuovamente ed una volta cotta lasciar raffreddare. Servire tiepida.




La DolceMela

martedì 20 settembre 2011

I Cocchi di mamma!

Ultimo giorno d'estate. Prime piogge. Settembre si rivela. E da grande nostalgica e romantica quale sono, rispolvero una vecchia ricetta, semplice semplice, ma buona buona!! Per i più piccini (e non) , per una ottima merenda estiva, per chi, come me magari, tornava dal mare, salata, piena di sabbia e con una gran fame!
Ecco come concludere in bellezza. Ecco la ciliegina sulla torta.
Quel giorno, come al solito, le persone a cui più tengo c'erano tutte! Così come la spensieratezza, la leggerezza dell'estate, del dolce far nulla, delle risate.
Ecco una fetta dei miei ricordi. La casa di famiglia piena di "sangue", di parenti, piena di me.
I giorni volavano ed io sentivo solo la voglia di stare insieme, ridere, condividere. In quel modo naturale e silenzioso di trasmettere, valorizzare e dimostrare l'affetto.



INGREDIENTI:
Pasta frolla (io ho utilizzato metà dose, la ricetta la trovate qui )
Nutella
Farina di cocco

PROCEDIMENTO:
Stendere la pasta frolla e ricavare con una formina, o un bicchiere piccolo (come ho fatto io) dei dischetti, alti circa 1/2 centimetro. Infornare a 180° per dieci - quindici minuti circa. Estrarre, lasciar raffreddare qualche momento, spalmare di nutella e cospargere di farina di cocco.

Semplice. Veloce. Godurioso!


La DolceMela

lunedì 19 settembre 2011

Primi muffins al cioccolato...

Comincia a sentirsi Settembre. L'aria cambia. Il sole tramonta prima. Oggi è arrivata anche la prima pioggia, che ha lasciato il suo odore inconfondibile nell'aria. Ed io mi diletto ancora in cucina.
Finalmente mi cimento nella preparazione dei miei primi muffins. Senza la teglia ma con in pirottini, messi doppi per dar sostegno. Ma la teglia l'ho appena comprata, quindi presto so che quella per i muffins diventerà una vera malattia!
Volevo qualcosa di semplice per cominciare. Non volevo pasticciare troppo, anche perchè non ero sicura del risultato. Eppure ce l'ho fatta. Ci sono riuscita... I miei piccini sono nati! ...E già finiti!
Ho utilizzato la ricetta per i Red Velvet cupcakes... Ma non avendo il colorante rosso e del tempo a disposizione per realizzare il frosting (sinceramente non mi sentivo pronta al grande salto, in cucina sono prudente ahahah ! Macchè... ) , ho preparato questi fantastici muffins, ricoperti di nutella, granella di pistacchio e farina di cocco.

INGREDIENTI PER 12 MUFFINS:
200 g di farina 00
150 g di zucchero
1 cucchiaio di cacao
1/2 cucchiaino di sale
140 g di olio di semi
1 uovo
125 g di latticello (125 g di latte e un cucchiaio di succo di limone)
3/4 di bicarbonato
1 cucchiaio di aceto di vino bianco
Nutella, farina di cocco e granella di pistacchio per la decorazione

PROCEDIMENTO:
Preriscaldare il forno a 180° e disporre i pirottini nella teglia.
In un contenitore unire la farina, il cacao ed il sale e mescolare il tutto. A parte in un secondo contenitore lavorare lo zucchero con le fruste elettriche insieme all'olio ed in seguito all'uovo. Al composto risultante aggiungere in tre volte la miscela di farina alternata al latticello. Infine mettere in una tazzina il bicarbonato ed aggiungere il cucchiaio di aceto (si formerà una schiuma bianca, è normale!) ed aggiungere all'impasto. Riempire così i pirottini per i 2/3 ed infornare per 20 minuti.
Una volta cotti, fare la prova dello stuzzicadenti. Lasciar raffreddare per dieci minuti. Cospargere di nutella e a piacere di granella di pistacchio o farina di cocco.



La DolceMela

sabato 17 settembre 2011

Pasta al forno

Metà mattina. Sabato. Torno a casa. Casa vuota. Frigo pieno. Voglia di cucinare.
Spalanco le finestre. Permetto a quell'esile filo d'aria di penetrare nella mia cucina. Ed alla luce di investirla in pieno.
Ho voglia di preparare il pranzo. Per la mia famiglia. Per mia mamma, che ha già la sua buona dose di preoccupazioni. E forse così posso renderla felice, alleggerirle la giornata e riempirmi di qualche bel complimentuccio che non guasta mai!
Per la gioia di tutti, mamma papà e sorella, mi metto all'opera!
Ed è bello sentir rincasare il proprio padre, con un sorriso sulle labbra, ha riconosciuto l'odore del sugo di sua figlia, della sua pasta. Del resto dopo l'estate, ahimè o per fortuna, si riprendono i ritmi dei lunghi nove mesi che separano dalla bella stagione. In quel lasso di tempo di durata non indifferente, mamma lavora e il timone di questa barca tocca a me. Sono io che navigo a vele spiegate sui tempestosi mari dell'alimentazione.
E così via. Prepariamo qualcosa di tosto! Di forte! Di terribilmente buono!
E allora si... Soffritto, carne, piselli e sugo. Pasta, formaggio e melanzane fritte! Ecco la pasta al forno, timballo di pasta per molti... Per me, un tipico piatto della tradizione siciliana!



INGREDIENTI PER 6 PERSONE
400 g di penne rigate
1 barattolo di concentrato di pomodoro da 210 g ( Io ho usato Mutti)
300 g di carne tritata di manzo
1 scalogno
150 g di piselli (vanno bene quelli surgelati)
1/2 bicchiere di vino bianco
100 g di Parmiggiano (io vado ad occhio! Dosare secondo i gusti personali)
Galbanino
Sottilette
1 melanzana piccola
Olio d'oliva extravergine
Olio di semi (per la frittura delle melanzane)

PREPARAZIONE:
In una padella scaldare l'olio di semi e friggere le melanzane tagliate a fette, dopo essere state messe a mollo in acqua salata e strizzate bene. Lasciar asciugare l'olio in eccesso e raffreddare.
A parte in una pentola soffriggere la cipolla nell'olio d'oliva. Aggiungere i piselli e dopo un paio di minuti la carne. Lasciar cuocere per cinque minuti, deve rosolare bene, e sfumare col vino bianco. Quando questo sarà evaporato, aggiungere il concentrato di pomodoro e diluire con circa due bicchieri d'acqua. Coprire e lasciare andare a fuoco basso (non ho calcolato il tempo, circa 3/4 d'ora credo). A cottura ultimata salare il sugo. A parte far bollire l'acqua e cuocere la pasta che dovrà restare al dente. Condirla col ragù.
Cospargere una teglia rettangolare di qualche cucchiaiata di sugo, disporre metà della pasta condita e riempire con il Galbanino tagliato a fette, il Parmiggiano ed uno strato abbondante di melanzane fritte. Coprire con la rimanente pasta. Adagiare sopra le Sottilette e cospargere ulteriormente di Parmiggiano. Passare in forno a 200° per 10 minuti al massino, il tempo necessario affinchè si formi sopra la crosticina di formaggio. Servire tiepida.



La DolceMela

Tartufi al cioccolato

Brutta storia quella degli avanzi! Brutta davvero!
Soprattutto per chi come me odio sprecare in cucina. Lì, proprio lì, niente si butta! Tutto è da sè utile e perfetto!
E quindi ecco il quesito... Il problema da risolvere: Come faccio a rendere gli avanzi di una torta un dolcetto sfizioso, buono e carino anche da vedere? Semplice, basta usare un pò di creatività.

Così passo spesso le ore di queste lunghe ed infinite giornate di settembre. Il caldo imprigiona la mia città, Catania, e le lezioni universitarie non sono ancora cominciate. Dovrò pur ingannare l'attesa! Le lanciette dovranno pur rincorrersi più velocemente se io non sto ferma ad osservarle.
Ho voglia di cominciare l'università. So che servirà dedizione, impegno e fatica... Ma tutto ciò non mi spaventa... Anzi! Mi anima di una strana forza. Di una voglia irrefrenabile di fare, rifare, strafare. Amo le incognite. Ancora di più le novità e le sfide.

Per adesso mi accontento di una facile partita culinaria. Gli avanzi ci sono. La fantasia anche. Che tartufi siano!

INGREDIENTI PER 20 PICCOLI TARTUFI:
120 g di torta al cioccolato
60 g di cioccolato fondente
2 cucchiai di Grand Marnier
Una piccola noce di burro
Farina di cocco ( per la decorazione)

PREPARAZIONE:
In un contenitore sbriciolare la torta ed unire i due cucchiai di Grand Marnier e lasciare riposare. Nel frattempo sciogliere il cioccolato insieme al burro e far raffreddare un paio di minuti. Unire quest'ultimo al primo composto ed amalgamare bene ( con le mani magari). Porre in frigorifero per un'ora a riposare.
Trascorso il tempo, formare con un cucchiaio di impasto delle palline e cospargerle di farina di cocco.



La DolceMela

venerdì 16 settembre 2011

Frittelle di Neonata


Tradizione siciliana. Ricette antiche, semplici, gustose che si portano dietro il bagaglio culturale, popolare e folkloristico di una terra, di leggende, di famiglie anche povere. Questo è un piatto che mi ricorda i pescatori. Mi ricorda i venditori ambulanti, di quelli che spingono un carrettino. Mi ricordano la Sicilia di personaggi verghiani come Padron 'Ntoni, dei profumi maledetti di Vittorini, delle verità amare di Sciascia. Mi ricorda la fatica e l'incanto. Il lavoro e l'omertà. Il sudore, le mani, la casa.
Puppetta di Muccu. Frittelle di Neonata, la giusta traduzione.
Semplicità. Gusto. Storia.

INGREDIENTI:
400 g di Neonata
2 uova
80-100 g di Parmiggiano
Prezzemolo
Olio per la frittura

PROCEDIMENTO:
In una ciotola si amalgano tutti gli ingredienti: il pesce, le uova, il formaggio ed il prezzemolo tritato finemente. Si scalda l'olio in una padella e si procede alla frittura. Disporre delle cucchiaiata di preparato distanti tra di loro e lasciar cuocere per qualche minuto, poi capovolgere. Attenzione: durante la cottura le frittelle potrebbero schizzare l'olio. Adagiare sulla carta assorbente e servire. Ottime calde, ma anche fredde. Come antipasto o secondo piatto, accompagnato magari da un'insalata.

La DolceMela

martedì 13 settembre 2011

Torta alla Nutella

Sono stati giorni in cui non ho avuto tanta voglia e tempo per cucinare. Le ore sono passate veloci tra letture piacevoli e pensieri pesanti. Avverto un cambiamento nell'aria, non so quanto di buono possa esserci in questo. E sento in qualche modo di dover "riscattare me stessa", di nuovo, sento di essere ferma, incatenata, forse fraintesa. O non capita proprio.
Oggi riprendo a pasticciare. Ad osare. Ad inventare. Rispolvero un cavallo di battaglia. La prima torta venuta fuori dalle mie manine... e tanti mese fa, nata da una disperazione totale che si era impossessata di me!
Ma... dulcis in fundo... La torta dall'impasto perfetto, che doveva essere oggi una grande soddisfazione... SI E' ATTACCATA! Non usciva dalla teglia appena acquistata... Mannaggia a me e a quando non imburro le teglie nuove solo perchè credo che la scritta "ANTIADERENTE" sia una garanzia!
Questa torta è come me: potenzialmente perfetta, fuori ammaccata, ma dal sapore irresistibile, inconfondibile, quello di sempre che non subisce mutazioni e si mantiene, nonostante i colpi duri e le imprecazioni.

INGREDIENTI:
160 g di farina 00
150 g di zucchero
3 uova
1 bicchiere di latte
3 cucchiai di nutella
1 bustina di lievito

PROCEDIMENTO:
Sbattere le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso. Aggiungere il latte e la farina. Lavorare per 5-10 minuti. Incorporare bene 3 cucchiai colmi di Nutella ed infine il lievito. Il composto risulterà alquanto liquido, rispetto ad i normali preparati. INBURRARE ed INFARINARE una teglia ( o ancora meglio foderarla di carta forno) ed infornare a 180° per 30 minuti. Fare sempre la prova dello stuzzicadenti. Quando sarà pronta. la cucina sarà inondata da un intenso profumo di Nutella...

A piacere decorare. Io questa volta ho spolverato semplicemente con lo zucchero a velo, ero molto nervosa e sono stata notevolmente tentata di lanciare tutto in aria! Ma di solito aspetto che la torta sia fredda, taglio a metà e la farcisco con panna montata, o Nutella, o entrambe le cose!
Buon Appetito!



La DolceMela

venerdì 9 settembre 2011

Crostata al cacao con crema al latte e granella di mandorle

Tanto nervosismo nell'aria oggi. Troppo direi. Di quelli che non ti fanno respirare, che opprimono, che annebbiano gli occhi ed il pensiero.
Sono giorni strani questi per me. Sono giorni in cui non capisco nulla. In cui regna sovrana la confusione. Mi sento in bilico. Sento di danzare su un filo esile, di poter perdere l'equilibrio da un momento all'altro.
Il problema è che non so nemmeno io cosa voglio. Non so cosa scegliere, qualora ci fosse da prendere una decisione. Mi sento a volte appressa. In gabbia. Voglia di fuggire. Voglia di stare da sola e capire. Voglia di me. E basta.
Mi rintano così nelle mie faccende. Nei miei intrugli. Dosi, mani, odori, calore e freddo. Equilibrio. Pazzia. Attesa. Stupore.
Ecco il risultato finale.
La mia crostata.

INGREDIENTI PER LA FROLLA AL CACAO:
220 g di farina 00
30 g di cacao amaro
100 g di zucchero
100 g di burro a tocchetti
1 uovo
1/2 bustina di lievito

PROCEDIMENTO PER LA FROLLA AL CACAO:
Formare una fontana con la farina setacciata insieme al cacao. Aggiungere zucchero, burro, l'uovo ed il lievito. Lavorare molto velocemente ( per evitare che il burro si sciolga), formare una palla, avvolgere nella pellicola e lasciare riposare per mezz'ora in frigo. In seguito stendere, adagiare sulla teglia,  bucherellare con una forchetta la pasta, coprire con la carta stagnola ed i legumi ( per evitare che si gonfi eccessivamente durante la cottura). Infornare a 180° per 30 minuti. Lasciare raffreddare e riempire di crema.

INGREDIENTI PER LA CREMA AL LATTE:
500 ml di latte
100 g di zucchero
50 g di amido ( o fecola)
vanillina (o cannella)

PROCEDIMENTO:
Far scaldare il latte. A parte in una bastardella mescolare gli ingredienti solidi insieme ed in seguito aggiungere lentamente il latte. Incorporare bene tutto e mettere sul fuoco ad addensare. Appena bolle la crema è pronta.

Infine cospargere il dolce con 50 g di mandorle tritate grossolanamente e servire. E' ottima!






La DolceMela

giovedì 8 settembre 2011

Pasta al tonno

Ora di pranzo, cosa mangiare?
Frigorifero vuoto, poco tempo a disposizione, tanta fame... Pasta, ci vuole un piatto di pasta.
Pasta al tonno?? Si! Pasta al tonno!

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:
350 g di penne
160 g di tonno in scatola
400 g di pomodorini ( o, come nel mio caso, una scatola di pelati)
1 scalogno piccolo
Olio extravergine d'oliva
Sale Q.B.
Prezzemolo
Parmiggiano
Peperoncino (facoltativo)

PROCEDIMENTO:
In una padella soffriggere lo scalogno in olio extravergine d'oliva. Aggiungere i pomodori tagliati piccoli o i pelati e lasciar cuocere per qualche minuti. Aggiungere il tonno, il pizzico di peperoncino, salare a piacere. Contemporaneamente far bollire dell'acqua in una pentola e cuocere la pasta. A cottura ultimata scolare e aggiungere in padella la pasta. Saltare uno-due minuti al massimo. Aggiungere una manciata di prezzemolo tritato e del parmiggiano grattuggiato, secondo i gusti personali.



La DolceMela

martedì 6 settembre 2011

Torta di rose

Ieri è stato il compleanno di una persona cara. Avevo voglia di dimostrarle il mio affetto. Di fare qualcosa per lei. Qualcosa di bello, insolito, di buono... Una torta. Non c'è cosa migliore! Ma non mi andava di assemblare pan di spagna e panna montata, di alternare strati di crema e cioccolato. Volevo qualcos'altro.. Qualcosa che mi ricordasse un regalo. Come un mazzo di fiori. Si! Di rose!
E allora vai.. si impasta! Si crea! Una torta che non è proprio adatta per un compleanno... Perfetta per la colazione... Ma è stata un successo comunque. Ed ha assolto perfettamente il compito che avevo prefissato: è piaciuta, ha stupito, era ottima!

INGREDIENTI:
500 g fi farina 00
150 ml di latte
2 uova
100 g di zucchero
1 cucchiaino di sale
1 cubetto di lievito di birra
65 g di burro a tocchetti
Crema pasticcera
Latte e zuccheto (Per la laccatura finale)

PROCEDIMENTO:
Formare una fontana con la farina, unire uova, zucchero, sale, burro ed il latte in cui precedentemente si è fatto sciogliere il lievito di birra. Impastare per almeno dieci minuti fino al raggiungimento di una pasta morbida. Porre in un recipiente, coprire con un panno e lasciare lievitare per un paio d'ore lontano da fonti d'aria. Quando il composto sarà raddoppiato di volume, stenderlo con il mattarello. Ricavato una sorta di rettandolo alto un paio di centimetri, spalmare la crema pasticcera ed arrotolare. Tagliare il rotolo in tante girelle di circa 5 centimetri di altezza. Disporre dentro una teglia di diametro 26 centimetri, dopo averla foderata di carta forno e lasciare raddoppiare di volume per circa 40-60 minuti. Infornare a 200-220° per 30 minuti circa (coprire con la stagnola se la superficie dovesse dorarsi eccessivamente). Gli ultimi 5 minuti spennellare la superficie con una glassa di latte e zucchero e ultimare la cottura.

INGREDIENTI PER LA CREMA PASTICCERA:
200 ml di latte
1 tuorlo
3 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di amido ( o farina 00 )
1 cucchiaino di cannella per aromatizzare

PROCEDIMENTO PER LA CREMA PASTICCERA:
Scaldare il latte ed a parte in un piccolo contenitore lavorare insieme il tuorlo, lo zucchero e la farina. Versare il latte ed amalgamare il tutto. Porre sul fuoco. Aggiungere la cannella e lasciare addensare. Infine togliere dal fuoco e lasciar raffreddare.






La DolceMela

lunedì 5 settembre 2011

Krapfen o Bomboloni

Voglia di esagerare? Di gustare? di strafare? Si. Allora si va di fritto. Di pienezza! Si va di ripieno e sofficezza. Di zucchero.
In un caldo pomeriggio estivo, senza molte cose da fare se non oziare o guardare da lontano il libro da studiare sperando che per magia, o qualche altra diavoleria, il sapere fuoriesca dalla carta per farmi sua prigioniera, mi armo di creatività e pazienza e mi metto al lavoro!
E' tempo di Krapfen... dalle nostre parti Bomboloni, o Bombe... che mi sanno tanto di verità, di realtà... perchè in fondo questo sono i dolci: bombe!

STORIA ED ETIMOLOGIA:
Il Krapfen (anche detto Kraffen) è un dolce di origine austro-tedesca. In Germania del Nord è conosciuto come Berliner Pfannkuchen. In Italia si consuma in particolar modo in Romagna. Nelle regioni ex-austriache (anche quelle italiane) fa parte della tradizione.
In particolare in provincia di Bolzano viene spesso chiamato Faschingskrapfen, letteralmente krapfen del carnevale, perché prodotto e consumato soprattutto nel periodo del carnevale.
La parola krapfen deriva dall'antico tedesco krafo (gancio, artiglio), poi divenuto nella lingua gotica krappa. Il nome fa riferimento ad una probabile forma originale allungata del dolce.
Esiste inoltre una seconda ipotesi, che farebbe derivare dal nome di Cäcilie Krapf, una pasticcera viennese che verso la fine del '600 sembra abbia inventato questi dolci.
Dolci di preparazione molto simile hanno i seguenti nomi: in Slovenia krof; in Croazia krafne; in Bosnia e in Serbia krofne. In Polonia si usa invece il nome pączki, in Repubblica Ceca kobliha e in Ungheria fánk.
È un dolce tipico del carnevale a forma di palla confezionato con pasta lievitata e farcito con marmellata (di solito di rosa canina ma anche di prugne o albicocche), panna, crema pasticcera, cioccolato... Per i moderni e i più golosi anche Nutella. La ricetta tradizionale non prevede la presenza di uova, nonostante ciò quest'ultime aiutano l'impasto a risultare più soffice ed elastico.

INGREDIENTI:
500 g di farina 00
1 bicchiere di latte
60 g di burro a tocchetti
1 cucchiaino di zucchero
70 g di zucchero
1 panetto di lievito di birra
Crema al cioccolato
Olio di semi
Zucchero a velo

PROCEDIMENTO:
Formare una fontana con la farina e mettere al centro l'uovo, il burro a pezzetti, lo zucchero il sale ed il latte in cui precedentemente si è sciolto il lievito di birra. Impastare per una decina di minuti, fino alla formazione di una pasta morbida e soffice. Lasciar lievitare per un paio d'ore in un contenitore ben coperto e lontano da fonti d'aria.
Quando l'impasto avrà raddoppiato il proprio volume stendere la pasta col mattarello e ricavare tanti cerchi di circa 6-7 centimetri ed un'altezza di un paio di millimetri. Porre al centro del cerchio un cucchiaio di crema al cioccolato e ricoprire con un altro cerchio di pasta, saldando bene i bordi, bagnati con del latte. Procedere fino all'esaurimento degli ingredienti. Disporre su dei vassoi infarinati, coprire e lasciar raddoppiare di volume per circa un'ora. In seguito friggere in abbondante olio di semi caldo, adagiare sulla carta assorbente ed infine cospargere di zucchero a velo.
In alternativa si possono formare dei cerchi un pò più alti, lasciar lievitare, friggere ed in seguito farcire di crema con una siringa da pasticceria e cospargere di zucchero.

INGREDIENTI PER LA CREMA AL CIOCCOLATO:
500 ml di latte
2 uova intere
3 cucchiai di amido (o farina 00)
7 cucchiai di zucchero
100 g di cioccolato fondente

PROCEDIMENTO PER LA CREMA AL CIOCCOLATO:
Scaldare il latte. A parte lavorare a mano con la frusta le due uova, lo zucchero e l'amido. Aggiungere lentamente il latte ed amalgamare il tutto. Mettere sul fuoco e lasciare addensare. Quando la crema sarà pronta, spegnere ed aggiungere il cioccolato fondente tagliato grossolanamente. Appena questo sarà sciolto completamente lasciare raffreddare.




La DolceMela

sabato 3 settembre 2011

Torta Cannella e cioccolato fondente

STORIA:
Il termine Cannella deriva da “Kinnamon” che in arabo significa odoroso. Pare che sia una delle spezie utilizzate dai tempi più remoti; i Cinesi la impiegavano già nel 2700 a. C. soprattutto come medicinale per curare febbre e diarrea ed era conosciuta dagli Egizi nel 2000 a. C. . I romani la consideravano sacra forse perché merce rara e preziosa. Durante il medioevo, le classi dominanti ne facevano il simbolo del loro potere e la quantità di cannella utilizzata nei banchetti era proporzionale dell’importanza degli ospiti. Diffusa era l’abitudine di servire cannella a parte, insieme a garofano, noce moscata e zafferano, e di farne dono a re e regine. Insieme ad altre spezie, pepe e cannella, muovevano l’economia: Venezia era il centro di smistamento di un commercio che partiva dall’Estremo Oriente. Nel XV° secolo con Cristoforo Colombo e poi con  Vasco de Gama si consegnò il dominio della “Compagnia della Cannella” al Portogallo. Ma con l’arrivo dei nuovi prodotti dall’America (caffè, tè, cioccolata, zucchero), le spezie, in particolare la cannella, videro un periodo di decadenza fino al nostro secolo, quando la cucina ha rivalutato il gusto per l’esotico e l’etnico.

In un caldo pomeriggio di settembre come questo torno indietro con la memoria di circa un mese e "pesco" dalla cartella "Cucina" sul deskstop del mio pc le foto di un dolce fatto a casa al mare, per i parenti, per le persone più care della mia vita.
E' come se la stanza in cui mi trovo si inondasse di sapori intensi, di aromi forti che mi ricordano l'ammaliante cannella e l'energetico cioccolato fondente. 
Quel giorno i profumi di questa torta hanno riempito la cucina per una quantità di tempo indesiderato... E chissà, è tempo di riproporla, per la gioia di molti!

INGREDIENTI:
3 uova
1 vasetto di yogurt bianco
3 vasetti di farina
2 vasetti di zucchero
1 vasetto di olio di semi
1 bustina di lievito
1 cucchiaio generoso di cannella
100 g di cioccolato fondente ( o gocce di cioccolato)

PROCEDIMENTO:
Separare i tuorli dagli albumi e montare a neve fermissima quest'ultimi. Unire lo zucchero ai tuorli e lavorare con le fruste elettriche per un paio di minuti. Aggiungere lo yogurt, l'olio e dopo aver ottenuto una crema spumosa aggiungere la farina poco per volta ed infine il lievito. Incorporare delicatamente gli albumi mescolando con un cucchiaio dal basso verso l'alto, per evitare che il composto si smonti. In seguito unire la cannella (a me piace abbondare perchè la amo!) ed il cioccolato finemente tritato ed infarinato ( per evitare che si accumuli tutto sul fondo). Foderare con carta forno una teglia ed infornare a 180° per 30-40 minuti.




La DolceMela

venerdì 2 settembre 2011

Graffe

Ci sono sapori, ci sono piatti che portano con se ricordi. Tu li vedi, li assaggi, li senti e subito vieni catapultata in una altra dimensione, subito li associ ad un periodo, ad un aneddoto, ad una persona.
Questa ricetta fa parte di tutto ciò. Mi ricorda determinate persone. Mi ricorda determinati periodi. Mi ricorda tanto bene e tanto male. Ed oggi, a distanza di davvero tanti mesi, torno ad impastare con le mie mani queste piccole delizie, questi ricordi.
Adesso so che non dispiace più, non pizzica più dentro. Adesso riesco a pensare al passato senza rimorsi, rancori, dolori. Adesso ci penso come ad un film, visto tanto tempo fa, di cui si ricordano le scene, i personaggi, la trama. E ciò che mi resta è un lieve sorriso a viso disteso. E' passato. E' un passato ormai remoto. Che a volte torna, come il vento in autunno, ma io non sento freddo.
E quando si riesce a prendere le distanza da qualcosa che ha fatto un tempo male, ciò che resta forse è qualche briciola di bene, come questa ricetta.

INGREDIENTI:
500 g di farina 00
400 g di patate
100 g di zucchero
1 uovo
50 g di burro
1 panetto di lievito di birra ( in base ai tempi disponibili di attesa la dose può essere diminuita)
1 pizzico di sale
Pochissimo latte
Olio per friggere
Zucchero per la decorazione

PROCEDIMENTO:
Pelare, lessare e lasciar raffreddare le patata. Dopo formare una fontana con la farina, lo zucchero, l'uovo, il pizzico di sale, il burro a tocchetti e le patate passate. Sciogliere in pochissimo latte il lievito di birra ed unire all'impasto. Lavorare il tutto per una decina di minuti. L'impasto deve essere bello liscio e morbido. Porre in una ciotola grande, coperto da un canovaccio e lasciare lievitare per almeno un'ora in un ambiente asciutto e privo di fonti d'aria.
Quando l'impasto sarà raddoppiato di volume, stendere col mattarello ad un'altezza di 1 cm. Con due stampi a forma di cerchio di diversa misura ricavare le ciambelle, che dovranno avere un diametro di circa 5 cm. Porre su una superficie cosparsa di farina, coprire il tutto e lasciare lievitare per circa un'altra ora.
Riscaldare in una pentola, o padella, una quantità abbondante di olio e quando questo sarà caldo procedere con la frittura. Le graffe aumenteranno di volume durante la cottura. Lasciar scolare l'olio in eccesso in carta assorbente e passarle nello zucchero semolato, o come nel mio caso cospargerle di zucchero a velo.



La preparazione di questi dolci oggi è stato un vero palliativo per il mio nervosismo, dovuto alla devastante attesa dei risultati per l'ammissione all'università... Ma tutto è bene quel che finisce bene! Sono entrata. Ce l'ho fatta! 26esima su 2000 candidati! Felice. Emozionata. Fiera di me stessa.
E quindi si festeggia. Si esulta! Come?? Ma con le graffe ovvio!


La DolceMela

giovedì 1 settembre 2011

Torta Camilla

Oggi giorno di prove. Giorno di test. Giorno di futuro.
Stamattina sveglia presto. Mi aspettava la prova di ammissione per l'università... Più di 2000 candidati per solo 200 posti... Spero, desidero, sogno ardentemente.
Torno a casa che sono devastata. Stanca. Nervosa. Scossa. Pranzo al volo. Non parlo. Inveisco. Un modo per rilassarmi... Serve un modo per calmare l'aria, riportare alla normalità il mio stato d'animo. Ed ecco che mi viene in aiuto la cucina. Ecco che posso dedicarmi a me stessa con creatività, dolcezza e profumo. La magia della lievitazione si schiude per me. Le porte delle fragranze, delle mescolanze si spalancano e mi danno il benvenuto, mi dicono "Bentornata!".
Mettiamo anche che "parenti stretti" hanno nostalgia di una delle mie torte ed il gioco è fatto! Bisogna agire. Bisogna cucinare. Fresca di forno... e di fotocamera, ecco il mio cavallo di battaglia. La mia torta preferita: La Camilla!
Il colore e la dolcezza delle carote ( io le adoro!), l'aroma ed il sole del limone e la consistenza, la magia (cara a questo blog) delle mandorle... Cominci la festa per le papille gustative!


INGREDIENTI:
400 g di carote
200 g di farina 00
100 g di farina di mandorle
200 g di zucchero
1 bicchiere di olio di semi
3 uova
1 bustina di lievito
1 pizzico di sale
La scorza di un limone
Il succo di mezzo limone

Consistenza dell'impasto.
PROCEDIMENTO:
Pelare, tagliare, lessare per circa 20 minuti le carote ( possono anche essere frullate direttamente insieme all'olio di semi nel frullatore ma io avevo voglia di usare per la prima volta il mio Minipimer ed allora per rendere più facile la lavorazione ho preferito lessare prima la verdura, così da mantenere anche il colore arancio acceso) e lasciarle raffreddare. A parte con una frusta elettrica lavorare le uova con lo zucchero per circa 10 minuti. Incorporare l'olio, la scorza ed il succo del limone, il pizzico di sale e la purea di carote ormai fredda. In seguito aggiungere la farina 00 e quella di mandorle mescolando accuratamente ed evitando la formazione di grumi. Infine aggiungere il lievito.
Imburrare ed infarinare una teglia. Infornare a 180° per circa 40 minuti. Fare sempre la prova dello stuzzicadenti. Disporre su un piatto da portata e decorare a piacere (anche con glasse varie, per esempio nella versione americana famosa è la copertura di crema al formaggio). Io avevo voglia di usare per la prima volta LE MIE FANTASTICHE DECORAZIONI NUOVE, regalo di una persona cara!





La DolceMela